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Venezia, intervista a Alfonso Cuaròn al Lido per presentare il suo ultimo film

Venezia, intervista a Alfonso Cuaròn al Lido per presentare il suo ultimo film

Venezia. “Volevo chiudere la cicatrice emotiva della mia infanzia” – così Alfonso Cuaròn, tornato al Lido in concorso a cinque anni di distanza dal pluripremiato Gravity, (vincitore di 7 premi Oscar)  stigmatizza il senso di “Roma”. Film autobiografico, che prende il nome da un quartiere della metropoli di Città del Messico, è stato molto apprezzato  dalla stampa festivaliera e potrebbe essere uno dei papabili per il Leone d’oro.

Alfonso Cuaron dichiara: “Con Roma racconto la mia infanzia”

Roma, girato in bianco e nero, possiede una grande potenza visiva. E’  un racconto corale che narra le vicende di una famiglia borghese negli anni 70 focalizzando l’attenzione su Cleo (Yalitza Aparicio), una giovane domestica che si occupa della casa e della cura dei bambini.

Perché ha sentito la necessità di girare questa pellicola ambientata negli anni 70?

Per sto invecchiando! E’ un film autobiografico attraverso il quale volevo riscoprire le mie radici, rivivere la mia infanzia con la prospettiva odierna. Tutte le immagini sono uscite dalla mia memoria e tutti personaggi sono veri. La casa è stata ricostruita come la mia casa ed i mobili sono originali dell’epoca.

Roma ha grandi atmosfere felliniane….

In realtà non è stata una scelta razionale; mi ero imposto di non fare alcuna citazione o rimando in questo film ma non ho resistito al fascino di Fellini. Nella scena in cui il maestro di arti marziali fa un esercizio davanti agli allievi ho voluto ispirarmi al grande regista italiano: ho voluto la stessa musica, lo stesso rumore del vento che si sente nelle spiagge dei suoi film.

Perché la scelta del bianco e nero?

Il bianco e nero è stato, da subito, un punto fermo fin dalla   genesi di “Roma” insieme all’autenticità dei personaggi ed al rispetto della memoria.

Cosa rimpiange degli anni 70?

La musica!

Roma è la storia di una famiglia borghese ma anche uno spaccato sociale del Messico di quegli anni….

L’unico elemento non autobiografico è rappresentato dalla rivolta politica nella società messicana dell’epoca perché non l’ho vissuta in prima persona ma è uno sfondo reale alla vita di questa famiglia borghese di Città del Messico. Volevo guarire la cicatrice emozionale e quella sociale.

E’ stato realmente salvato dalle acque come i bambini del  film?

Si, la scena in cui Cleo salva i bimbi dalle onde l’ho vissuta, stavo per annegare e lei mi ha salvato la vita.

Le donne del suo film sono eroine e gli uomini codardi, perché?

E’ la storia della mia famiglia! Il film è anche un tributo d'amore alle donne che mi hanno cresciuto, Ma anche le mie attrici sono state delle eroine perché hanno girato in continuità creando fra loro una empatia straordinaria: imparavano la parte giorno per giorno ed improvvisavano i tempi delle battute.

Roma sarà distribuito anche sulla piattaforma Netflix che ne pensa delle polemiche scoppiate al festival di Cannes?

Quando le è capitato di rivedere un film di Bergman nelle sale? Credo che bisogna tutelare la longevità di un film ed a questo proposito la piattaforma digitale è uno strumento molto importante. Roma sarà visto nelle sale cinematografiche ma bisogna rispettare il fatto che non tutti hanno la voglia o la possibilità di andare al cinema.

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