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Esteri
Addio a Lee Teng-hui, volto della svolta democratica e identitaria di Taiwan

E' morto giovedì a Taipei l'ex presidente di Taiwan, Lee Teng-hui, il primo democraticamente eletto sull'isola, nel 1996. Dopo alcuni giorni di illazioni, lo ha confermato il Taipei Veterans General Hospital, dove Lee era ricoverato da oltre cinque mesi: la morte è dovuta a choc settico e al collasso di molteplici organi.  Lee era stato ricoverato a febbraio scorso, quando gli venne diagnosticata una polmonite e venne intubato: le sue condizioni di salute erano in fase di peggioramento negli ultimi giorni.

Lee divenne presidente di Taiwan pro-tempore nel 1988 e fu eletto nel 1996, diventando il primo presidente a essere nativo dell'isola, oltre a essere il primo presidente a essere eletto dal voto popolare nel 1996, due anni dopo la riforma della Costituzione. Rimase al suo posto fino al 2000.

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La sua leadership ha scandito la transizione dell'isola alla democrazia, dopo alcune riforme per il pluralismo avviate dal suo predecessore, Chiang Ching-kuo - figlio del generale e leader del Partito Nazionalista Chiang Kai-shek - scomparso nel 1988. 

Nato il 15 gennaio 1923, educato a Taiwan, in Giappone e negli Stati Uniti, Lee Teng-hui è rimasto una figura influente nella scena politica di Taiwan anche al termine del suo incarico istituzionale. Di fede cattolica, Lee è il volto riconosciuto dai taiwanesi di diverse generazioni proprio perché ha guidato quel passaggio che ha reso Taiwan la vibrante democrazia asiatica che è oggi.

Nel 1999, Lee disse apertamente che le relazioni tra Taiwan e la Cina sono considerarsi "tra Stato e Stato o almeno relazioni speciali tra Stato e Stato", suscitando l'indignazione di Pechino che ritiene Taiwan una "provincia ribelle". Non a caso sui media cinesi vengono riportate le opinioni di considera Lee un "traditore". Nel 1996, in occasione delle prime elezioni popolari, andò in scena una crisi sullo Stretto con manovre militari. Lee ne uscì indenne e diventò il primo presidente eletto.

Al termine del suo incarico, ha sostenuto apertamente il Democratic Progressive Party dell'attuale presidente Tsai Ing-wen. Ora è il primo presidente eletto ad andarsene, dopo aver iniziato un processo che ha portato a una svolta non solo politica ma anche identitaria

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