Afghanistan nel caos, i leader rivali si dichiarano entrambi presidente - Affaritaliani.it

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Afghanistan nel caos, i leader rivali si dichiarano entrambi presidente

I leader rivali dell'Afghanistan hanno prestato giuramento ciascuno come presidente in cerimonie separate

Afghanistan nel caos, i leader rivali si dichiarano entrambi presidente

Due uomini per una poltrona: il copione e' andato di scena oggi all'interno del palazzo presidenziale di Kabul, dove in contemporanea con due cerimonie parallele si sono ufficialmente insediati Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah, entrambi 'vincitori' delle ultime elezioni. In una capitale blindata, con strade chiuse e posti di blocco, si sono udite due potenti esplosioni che hanno fatto scattare l'allarme di sicurezza all'interno del palazzo presidenziale. "In nome di Dio, giuro di ubbidire e proteggere la santa religione dell'islam, di rispettare e supervisionare l'applicazione della costituzione", ha dichiarato Ghani, lungo turbante avvolto al capo, prestando giuramento per un secondo mandato alla presidenza, in presenza di una folta delegazione di diplomatici. "Non ho giubbotto antiproiettile, solo la mia camicia. Rimarro' qui anche se mi devo sacrificare", ha proseguito il neo presidente, che non e' mai sceso dal palco durante il discorso disturbato dal rumore degli allarmi di sicurezza. In contemporanea, in un'altra area del palazzo, anche Abdullah si e' insediato, nel corso di una cerimonia trasmessa dalle emittenti afgane. Seppur dichiarato perdente dello scrutinio di settembre 2019, Abdullah si e' autoproclamato nuovo presidente, andando avanti sulla sua strada. Una giornata surreale, emblematica di uno scenario di profonda crisi politica in un Paese gia' pesantemente provato dalla guerra e che e' chiamato a negoziati cruciali con i talebani, che invece si mostrano uniti e decisi. Le elezioni presidenziali si sono svolte lo scorso settembre ma solo a febbraio, dopo ritardi e ricorrenti accuse di brogli, il presidente uscente, Ghani, ha dichiarato di essere stato confermato per il secondo mandato, innescando la furiosa reazione del principale oppositore ed ex capo dell'esecutivo, Abdullah, che ha promesso di formare il proprio governo parallelo. Inutili i negoziati tra le due parti, che si sono protratti fino a tarda notte di domenica, nel tentativo di arrivare a un accordo com'era gia' avvenuto nella precedente tornata. Fino all'ultimo minuto si aspettava un'intesa, che poi non e' stata annunciata. Ad intervenire e' stato prima il portavoce di Ghani, annunciando che la sua inaugurazione sarebbe stata ritardata di alcune ore. Il portavoce di Abdullah, Faraidoon Khwazoon, ha invece spiegato che la cerimonia andra' avanti come previsto, ma ha avvertito che "le cose possono cambiare". Washington aveva gia' in passato avvertito che la crisi politica rappresenta un rischio per lo storico accordo di pace per un ritiro delle truppe straniere entro 14 mesi firmato dagli Stati Uniti, che impone ai talebani di tenere colloqui interni con Kabul. L'allargamento delle divisioni tra i politici afghani lascerebbe agli insorti il sopravvento in quei negoziati.