Birmania, ufficiale: Suu Kyi non sarà il nuovo presidente
Il Parlamento birmano finalmente ha sciolto la prognosi. In anticipo di sette giorni sui tempi ufficiali, sono stati annunciati i tre candidati tra i quali sarà scelto il prossimo presidente. Nessuna speranza per Aung San Suu Kyi, che non è riuscita – nonostante i tentativi – a emendare (o in qualche modo aggirare) la norma costituzionale che le impedisce l’accesso alla massima carica dello Stato perché i suoi due figli hanno passaporto britannico.
Su tre nomi, tuttavia, due vengono dalle fila della Lega nazionale per la democrazia (Nld), ex partito d’opposizione che ha conquistato la maggioranza sia alla Camera Bassa che alla Camera Alta. Il primo, è Htin Kyaw, 70 anni, consigliere di lunga data di Suu Kyi con la quale ha condiviso gli studi giovanili a Oxford (ed è stato anche a lungo il suo fidato autista), e di Henry Van Hti Yu, legislatore del suo partito nella Camera alta, appartenente alla minoranza etnica Chin. Un nome verrà dall’esercito ma nno è ancora stato reso noto. I tre candidati saranno sottoposti a scrutinio alla fine di marzo e i due «sconfitti» otterranno la carica di vice presidente. Il premio Nobel per la Pace ha più volte ripetuto che, comunque vada, sarà lei «a prendere tutte le decisioni».
Il 1° aprile il suo governo entrerà in carica. Poi avremo modo di capire quale sarà la rotta reale della nuova Birmania. «Questo non è che il primo passo - ha scritto Aung San Suu Kyi sul suo profilo Facebook - sulla strada di realizzare le aspettative e i desideri del popolo che ci ha così grandemente sostenuto alle ultime elezioni. È nostra intenzione portare a compimento la volontà dei nostri elettori e di tutto il popolo birmano. Faremo il massimo per riuscirci».