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Esteri
Cina, il vademecum per fare business nel mercato del Dragone

"A dettare l'agenda del dialogo non è solo il presente ma è soprattutto il futuro. La Cina ci obbliga all'esercizio della progettazione di lungo periodo: il nostro orizzonte sono appuntamenti come le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 e quelle di Milano-Cortina del 2026. Come già avvenne con il passaggio di testimone tra Expo Shanghai 2010 e Expo Milano 2015, dovremo farci trovare pronti". E' un passaggio fondamentale della prefazione di Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina, al volume "Business in Cina - Strumenti, strategie e opportunità lungo la Nuova Via della Seta".

Il libro, edito da Mondadori e scritto da Andrea Ghizzoni e Francesco Boggio Ferraris, è un manuale strategico per chiunque fosse interessato a investire in Cina. D'altronde, come si legge nella premessa del libro, "saper leggere gli scenari che si prospetteranno all'orizzonte e anticiparli rappresenterà sempre più un vantaggio competitivo per i manager e gli imprenditori che dovranno costruire o ricostruire la presenza in questo Paese" nel post Covid. Un post Covid nel quale alcuni settori come tech, green, meccanica, healthcare e alimentari potranno prosperare.

Nella loro premessa, Ghizzoni e Boggio Ferraris individuano alcuni punti chiave sui quali investire risorse economiche e temporali:

1- online, grazie alla crescita esponenziale dell'e-commerce, arrivata a pesare sulle vendite totali in Cina per il 36%

2- sostenibilità, con nuovi stili di vita più sani che saranno ricercati anche attraverso i consumi

3- contrattualistica, con la necessità di prevedere formule e attenzioni particolari, dotandosi di una consulenza ad hoc.

Un elemento fondamentale da tenere in considerazione, secondo gli autori, è proprio quella del tempo. "Ignorare passato e futuro, ovvero sottovalutare la grandeur di ciò che è stato e non saper lanciare lo sguardo oltre il breve termine, può far fallire qualsiasi investimento nel più grande mercato del mondo". 

C'è poi l'aspetto politico. Il ruolo dello Stato e del Partito nell'economia è un fattore da tenere in perenne considerazione in Cina. "E' impossibile pensare di avviare un'impresa e fare investimenti importanti senza conoscere i meccanismi che regolano i piani quinquennali", scrivono gli autori, "i cataloghi degli investimenti stranieri consentiti, regolarmente aggiornali, e il perimetro della Foreign Investment Law". 

Per questo non si può fare a meno di conoscere il programma Made in China 2025, e il suo erede, il Vision 2035 che verrà annunciato nel Quinto Plenum in corso in questi giorni. Obiettivo finale: autarchia e "innovazione indigena". Insomma, tutto quello di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi per presentare l'importante appuntamento politico cinese che metterà a punto il prossimo piano quinquennale con uno sguardo lungo i prossimi 15 anni.

Il volume propone dieci parole chiave da tenere sempre presenti, da "eccezionalismo" a "sogno cinese", a "confucianesimo" a "strategia win-win". C'è poi un capitolo dedicato alle dieci piattaforme per essere wanghong ("hot on the web"): utile vademecum per capire il funzionamento dei colossi di social media e comunicazione, dell'e-commerce e del settore del turismo. La conoscenza di queste piattaforme è requisito imprescindibile per far funzionare il proprio business in Cina, in una rete che è completamente ridisegnata rispetto a quella che conosciamo in occidente.

"Entrare nel mercato cinese significa capirne i meccanismi e seguirne le regole", avvertono Ghizzoni e Boggio Ferraris, che propongono poi gli otto pilastri di una strategia vincente dedicata alla Cina. Dal modello di business al brand e alla comunicazione, dal prodotto ai canali fino agli aspetti legali e di gestione di crisi, il volume affronta tutti gli aspetti utili a programmare una presenza sul mercato del Dragone. Concludendo poi con otto storie di successo, a partire da quella di Moschino per arrivare a quella di FederlegnoArredo, passando per Valentino e Riso Scotti.

Forse non esiste un'unica modalità vincente per entrare (con successo) nel mercato cinese, di certo quel mercato è sempre più difficile ignorarlo.

(di Lorenzo Lamperti)

Gli autori

Andrea Ghizzoni

Attualmente Head of Strategy di Vodafone Italia, ricoperto incarichi di crescente responsabilità nella società Tencent, prima come Country Director di WeChat Italy e, dal 2017, come WeChat Europe Director, definendo la strategia e le attività di sviluppo dell’azienda negli altri paesi europei. Ha maturato una lunga esperienza professionale nella consulenza strategica: entrato in Cegos Group nel 2003, ha proseguito la sua carriera in Value Partners Group. Dal 2009 ha ricoperto il ruolo di Senior Engagement Manager in McKinsey & Company, occupandosi in particolare dei settori “Telecom, Media & Technology” e “Digital Marketing & Sales”. Laureato all’Università Bocconi di Milano nel 2002, ha conseguito nel 2006 il Master in Business Administration presso l’Instituto de Empresa di Madrid.

Andrea Ghizzoni

Francesco Boggio Ferraris

Nato a Milano nel 1980. Si è laureato con lode in Scienze Politiche con una tesi dal titolo “L’ascesa di potenza della Cina. Un nuovo bipolarismo?”. Diplomatosi in Lingua e Cultura Cinese presso l’Is.I.A.O di Milano e conseguito il certificato HSK di proficiency in lingua cinese ha perfezionato il suo percorso di studio presso l’Università Nankai di Tianjin e alla BLCU di Pechino, dove ha completato un percorso di formazione dell’Università Cattolica di Milano incentrato sulla didattica della lingua cinese. Dal 2009 è responsabile della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia Cina. Negli ultimi anni ha concentrato il proprio impegno nella progettazione e nella realizzazione di percorsi di in house training declinati alle strategie di intercultural e diversity management per l’impresa italiana e per numerose multinazionali in Italia ed in Europa, in particolare nel settore moda, nel lusso e nell’ambito dei servizi di accoglienza rivolti ai turisti cinesi. 

Francesco Boggio Ferraris

Business in cina
 

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