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Esteri
Cina: continua la ripresa, accelerano i servizi e riparte il commercio estero

Il National Bureau of Statistics conferma una crescita in agosto del Purchase Managers Index (PMI) composito, che comprende sia l'attività manifatturiera che l'attività dei servizi e accelera a 54,5 punti dai 54,1 del mese precedente, ben al di sopra della soglia di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione. Aumenta in particolare l’espansione del terziario con un incremento del PMI non manifatturiero a 55,2 da 54,2 di luglio consolidando la ripresa economica nella fase post-pandemia.

La Cina è la seconda economia al mondo in termini di PIL, ma è il principale attore per quanto riguarda gli scambi commerciali internazionali. A partire dal suo ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, Pechino ha incrementato il volume degli scambi con le altre economie fino al picco dei volumi di interscambio nel 2018 con un totale dei flussi di beni in entrata e in uscita oltre i 4.620 miliardi di dollari, di cui 2.490 di esportazioni e 2.130 di importazioni. Nel 2019, nonostante le tensioni con gli Stati Uniti, il volume degli scambi totali è diminuito solamente dell’1% rispetto all’anno precedente.

Lo scoppio della pandemia nella prima parte del 2020 non ha colpito solamente i sistemi sanitari, le attività imprenditoriali e i mercati finanziari, ma ha fortemente ridotto il commercio estero cinese nel primo semestre dell’anno. Tuttavia i dati delle dogane cinesi del mese di luglio mostrano evidenti segnali di ripresa con un incremento degli scambi commerciali con l’estero pari a 3,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con esportazioni in aumento del 7,2% e importazioni in calo del 1,4%.

I Paesi del blocco ASEAN rappresentano il primo partner commerciale della Cina e il volume degli scambi con le economie del Sud-Est asiatico costituisce il 15% del totale degli scambi con l’estero nel 2020. Il commercio con gli Stati Uniti, invece, ha avuto una flessione del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: in particolare, si è assistito ad un declino delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti (-4.1% su base annua), mentre le importazioni dagli Stati Uniti hanno registrato un lieve calo del 0.3%.

Le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale (World Economic Outlook June 2020) prevedono che Pechino sarà tra i pochi a mantenere un tasso di crescita del PIL positivo anche nel 2020 (+1%), seguito da un rimbalzo del 8,2% nel 2021.

*Lorenzo Riccardi insegna fiscalità presso Shanghai University ed è managing partner di RsA Asia. Vive in Cina da 15 anni dove segue gli investimenti esteri nel Far East e ha ricoperto ruoli nella governance dei piu grandi gruppi industriali italiani. A gennaio 2020 ha completato un progetto di viaggio in ogni paese del mondo raccogliendo trend e dati economici da Shanghai, in ogni regione, lungo le nuove vie della seta (200-economies.com).

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