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Esteri
Corea del Nord: "Rischio guerra nucleare improvvisa"

"E' finita l'ora della pazienza strategica", gli Stati Uniti cercheranno di garantire la sicurezza nella zona della Corea del Sud "con mezzi pacifici, ma tutte le opzioni sono sul tavolo". Lo ha detto il vicepresidente americano Mike Pence, in visita oggi nella zona demilitarizzata tra Corea del Nord e del Sud, due giorni dopo la grande parata militare che si è tenuta a Pyongyang nel 105° anniversario della nascita del fondatore della Stato nord coreano, il 'presidente eterno' Kim Il-sung, nonno dell'attuale leader Kim jong-un. Alle parole di Pence ha poi fatto eco DOnald Trump con brevi commenti alla Cnn:  "Spero che sia possibile una soluzione pacifica" sulla Corea del Nord ma ha poi aggiunto: "Pyongyang deve comportarsi bene".

La risposta di Pyongyang non si è fatta attendere: "Una guerra nucleare potrebbe scoppiare da un momento all'altro nella penisola coreana", ha detto l'ambasciatore nordcoreano all'Onu, Kim In Ryong, parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro. "Gli Stati Uniti stanno disturbando la pace e la stabilità globale, insistendo in una logica da gangster", ha precisato il delegato di Pyongyang.

La tappa nella Zona demilitarizzata coreana (Dmz) al confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord, non era indicata nel programma ufficiale del viaggio di Pence, che segnalava invece in questo frangente una "visita culturale". Un momento cruciale date le tensioni tra Usa e Pyongyang, ma anche un momento di rilevanza personale per Pence il cui padre servì da militare in Corea.

Dopo aver affermato che per fermare i programmi missilistici e nucleari di Pyongyang "tutte le opzioni sono sul tavolo", Pence ha ricordato che "nelle ultime due settimane il mondo ha visto la forza e la determinazione del nostro nuovo presidente con le iniziative prese in Siria e in Afghanistan. La Corea del Nord  - ha aggiunto - farebbe bene a non sfidare la sua determinazione o la forza dell'esercito statunitense nelle regione".

La Corea del Nord, ha sottolineato il numero due della Casa Bianca, ha "risposto alle nostre apertura cone inganni, promesse rinnegate, test missilistici e nucleari". Gli Usa, che hanno 28.500 uomini in Corea del Sud, "sconfiggeranno ogni attacco e risponderanno all'uso di armi convenzionali e nucleari con mezzi schiaccianti ed efficienti".

"Il popolo nordcoreano, le forze armate della Corea del Nord - ha detto ancora il vicepresidente Usa - non devono sottovalutare la determinazione degli Stati Uniti di stare al fianco dei nostri alleati". L'alleanza tra gli Usa e la Corea del Sud, ha proseguito Pence, è "blindata". Il vicepresidente Usa ha aggiunto che il presidente Trump conta sulla Cina affinché usi "le sue straordinarie leve" per fare pressione sul Nord in modo che abbandoni le armi e si è augurato che la Cina "faccia di pù" per aiutare a risolvere il problema.

E la Cina ha risposto. Di fronte a una "situazione molto delicata e pericolosa" nella penisola coreana, Pechino esorta tutte le parti coinvolte a dare prova di moderazione astenendosi da provocazioni. Per il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang, occorre ridurre le tensioni al fine di "tornare al tavolo negoziale e risolvere i problemi con mezzi pacifici". Pechino vuole far ripartire il dialogo multilaterale (di cui fanno parte Cina, le due Coree, Usa, Russia e Giappone), in stallo da dicembre 2008.

Monito agli Usa anche dalla Russia. Mosca ha avvertito di non lanciare un attacco unilaterale sulla Corea del Nord. "E' una strada molto rischiosa" ha detto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov in una conferenza stampa a Mosca. "Non accettiamo le spericolate iniziative missilistiche di Pyongyang che violano le risoluzione dell'Onu, ma questo non significa che si può violare il diritto internazionale" ha detto. "Spero che non ci siano iniziative unilaterali come quella vista di recente in Siria".

Invito al dialogo e alla diplomazia anche dal premier giapponese Shinzo Abe. Davanti alla Commissione parlamentare della Dieta, Abe ha ricordato che "malgrado Pyongyang abbia scelto di mostrare i muscoli e il proprio arsenale militare, è importante continuare a proteggere la pace tramite gli sforzi diplomatici e aumentare le sollecitazioni per un maggior dialogo". Il premier nipponico - che nei scorsi giorni aveva sostenuto le dichiarazioni del presidente Usa Donald Trump riferendosi a 'tutte le opzioni sono sul tavolo, inclusa quella militare' - ha ribadito che il Giappone lavorerà in accordo con Cina e Russia insieme a Stati Uniti e Corea del Sud, per fare pressione su Pyongyang e un auspicato ritorno alla calma.

Abe ha anche detto che il governo di Tokyo sta valutando diversi piani contingenti che potrebbero riguardare un afflusso di rifugiati nel caso di una escalation militare della penisola coreana, e le contromisure per un'eventuale evacuazione e messa in sicurezza dei cittadini giapponesi dalla Corea del Sud, stimati in circa 60mila. Intanto, dopo la visita a Seul, il vicepresidente Usa Mike Pence sarà a Tokyo da domani con l'obiettivo di rafforzare l'alleanza strategica nella regione Asia Pacifico.

Ma intanto la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno deciso di anticipare il dispiego dello scudo antimissile Thaad (Terminal High Altitude Area Defense): lo ha reso noto il presidente facente funzioni, dopo l'incontro con il vicepresidente americano, Mike Pence. "Abbiamo concordato di rafforzare ulteriormente la posizione di pronta risposta dell'alleanza Usa-Corea del Sud, che corrisponde alle minacce poste dalla Corea del Nord", ha detto il premier Hwang Kyo-Ahn, nella conferenza congiunta con il 'numero due' dell'amministrazione americana.

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