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Coronavirus, disoccupazione USA al 14,7% in aprile. Persi 20 milioni di lavoro

14,7% è il tasso di disoccupazione registrato in aprile degli Stati Uniti. Più alta persino di quella della Grande Depressione del ’30. E sicuramente la più alta dal 1948, anno di partenza dei dati ufficiali.

A febbraio, ultimo mese di una crescita ininterrotta di 113 mesi, la disoccupazione era del 3,5%.

Solo ad aprile sono stati persi, secondo i dati ufficiali di ieri del Dipartimento del Lavoro, ben 20,5 milioni di posti di lavoro.

Un paio di numeri possono far capire meglio la dimensione del problema: nel 2009 si raggiunse il 10% in quella che fu considerata la peggiore crisi dopo la Seconda Guerra Mondiale.

E’ una decrescita che va avanti da sette settimane e che ha portato a 33 milioni il numero delle persone ufficiali senza lavoro.A queste va aggiunto un numero molto simile rappresentato da un mondo di irregolari, tra cui collaboratrici domestiche e addetti al settore della ristorazione.

La maggior parte costituita da afroamericani  e ispanici.  Se la crescita continuata di molti anni aveva avvicinato la forchetta tra poveri e media borghesia soprattutto in queste due gruppi etnici ora il Coronavirus, oltre ad aver infierito duramente su queste due categorie prive di assicurazioni mediche e con difficoltà a curarsi, ha picchiato duro anche sul lavoro.

Tra gli ispanici la disoccupazione è arrivata al 18,9%,negli afroamericani al 16,7% mentre sui bianchi è al 14,2%.

Viaggi e ristorazione i settori più colpiti. Quasi 8 milioni i lavoratori licenziati nel mondo dei ristoranti, bar e locali. Nel commercio secondo i dati del Dipartimento del Lavoro il commercio ha perso 2,1 milioni, l’industria 1,3 milioni, il comparto del pubblico 1 milione e il settore della sanità 1,4 milioni.

Tra regolari e irregolari gli americani che hanno un lavoro raggiungono una percentuale del 51,3%, la più bassa in assoluto da quando vi è una memoria storica.

In questa situazione però il 78,3% dei disoccupati si è mostrato fiducioso di ritrovare un lavoro appena finito il lockdown. Solo un 11% si è mostrato pessimista.

Mentre si cominciano ad avere le prime bancarotte, come quella dei magazzini di abbigliamento J.Crew y Neiman Marcus, o segnali di tagli in grandi compagnie del calibro di Boeing e General Electric, Donal Trump si è dimostrato preoccupato ma speranzoso affermando che’ tutti questi impieghi persi torneranno, e anche molto presto’.

E sono tanti gli americani che adesso sperano in queste parole.

 

 

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