L’FBI e l’Agenzia americana della Sicurezza delle Infrastrutture e della Cybersecurity hanno lanciato un warning contro non meglio identificati hackers cinesi accusati di ‘rubare’ informazioni su vaccini e prove legate al Coronavirus.
Nel comunicato si denuncia che ‘il possibile furto di queste informazioni pone a rischio le opzioni di trattamento sicure, effettive ed efficienti’.
E anche questa volta, come pure nel caso delle accuse contro la Cina lanciate da Donald Trump e Mike Pompeo ( la fuga del virus dal laboratorio di Wuhan), non viene data alcuna prova. Immediata la risposta dell’Ambasciata cinese a Washington che le considera tutte menzogne ‘L’FBI ha emesso un warning basato su una presunzione di colpevolezza ma senza alcuna evidenza’.
Secondo The wall Street Journal le due Agenzie di sicurezza americane avrebbero messo all’erta i ricercatori e gli amministratori della Salute Pubblica sui possibili furti informatici.
Furti che, sempre secondo l’FBI ,sarebbero già iniziati ai primi di gennaio indirizzati ad università, compagnie farmaceutiche e imprese legate al mondo sanitario. L’Agenzia ha promesso di dare nei prossimi giorni nuove indicazioni e prove.
E’ una guerra fredda tra i due giganti iniziata appena il virus è arrivato negli Stati Uniti.
Una guerra guidata da Trump che, quando l’epidemia era in Cina, si complimentava con Xi Jinping per come stavano combattendolo. Poi, quando l’epidemia è arrivata negli States , per il Presidente americano il virus era cinese, la Cina lo aveva nascosto per troppo tempo e forse lo aveva persino fatto scappare dai laboratori di Wuhan. Una serie di accuse che ha aumentato la tensione ‘fredda’ tra le due superpotenze.
Anche perché il Presidente vorrebbe chiedere i danni alla Cina minacciando misure economiche punitive qualora il gigante asiatico non fosse disposto a permettere maggiori investigazioni a riguardo.
L’allerta dell’FBI è l’ultimo tassello della guerra di Trump contro la Cina e la tensione sale.
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