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Esteri
Coronavirus, la Banca Mondiale prevede 150 milioni di nuovi poveri

‘La pandemia lascerà 150 milioni di poveri estremi’ così la preoccupante previsione di David Malpass, Presidente della Banca Mondiale (nato nel Michigan 64 anni fa), intervistato dal prestigioso El Pais. In alcune prese di posizione Malpass è in netto contrasto con la numero uno del FMI, Kristalina Georgieva che sia dice convinta che la crisi da Coronavirus non porterà alcuna depressione economica.

’Siamo nel picco più profondo della crisi economica-sostiene l’economista americano-e questo è molto preoccupante. Cresce la povertà ed allora bisogna velocemente cercare di invertire questo trend. Per ottenerlo è necessario che le economie tornino a crescere. Il vero dubbio è quanto durerà questo periodo e l’unica speranza è che cresca poco e non come negli anni 30.' 

Alla domanda a che punto siamo nella crisi peggiore da 100 anni, il Presidente ha detto che ‘ le economie avanzate stanno cercando di ripartire, i picchi peggiori sono stati a maggio e giugno, ma il resto del mondo , esclusa la Cina, ha continuato a peggiorare  soprattutto in America Latina’.

Alla domanda se l’economia rimarrà così fino all’arrivo del vaccino Malpass ha dichiarato di essere abbastanza ottimista ‘ma prima dell’arrivo ci vorrà del tempo.L’Europa sta migliorando e la Cina ha riaperto buona parte della sua economia e con il distanziamento sociale e le mascherine. a cui era già abituata, cerca di ripartire’.  

 'Se nella crisi finanziaria del 2008 e 2009 i Paesi emergenti avevano resistito ed erano usciti in alcuni casi rinforzati adesso rappresentano la parte più debole-conferma l’economista-se in Europa , qui negli Stati Uniti e in  Giappone sono stati dati stimoli all’economia non si sta facendo lo stesso in economie in via di sviluppo’.

Come e quando si potrà ritornare a crescere ritornando a livelli pre crisi?

‘Occorre che l’occupazione e la domanda crescano di nuovo e per questo è necessario riaprire scuole e commerci in maniera sicura in attesa del vaccino-sostiene il Presidente della Banca Mondiale-non riesco a dare una data precisa ma sono certo che nei Paesi in via di sviluppo la ripresa avrà bisogno di anni. Sono Paesi che non hanno la capacità di indebitamento delle economie avanzate e le loro banche non hanno la medesima capacità di gestire debiti in equilibrio. Temono di svalutare le proprie monete entrando in un ciclo inflativo peggiore del male. Le economie mature , grazie agli stimoli, cresceranno più rapidamente ma a prezzo di un più forte indebitamento’.

Sulla bontà degli strumenti utilizzati per uscire dalla crisi Malpass ha detto che’ gli strumenti ora utilizzati per recuperare sono di sicuro migliori di dieci anni fa. Lo vediamo, ad esempio, nei tassi a interesse zero e nei programmi di acquisto di attivo delle banche centrali, strumenti mai usati prima’.

La vera preoccupazione, che viene accennata dal Presidente, sta nel trovare il giusto punto di equilibrio tra la ripresa e il forte indebitamento pubblico.

‘In ogni caso-è convinto l'economista-siamo in una depressione economica, il problema è quanto durerà. Quella del 30 durò 10 anni, speriamo che questa sia molto più corta anche perchè, a differenza del passato, molte persone a livello mondiale stanno discutendo sulle misure per la ripresa’.

Un’ultima osservazione sulla Cina che sta recuperando molto velocemente. Il motivo, secondo Malpass, è uno solo: la capacità di aver gestito meglio di tutti la pandemia e di aver riaperto le attività prima e in sicurezza. Cosa che molti Paesi purtroppo non sono riusciti a fare.

 

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