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Esteri
Coronavirus: assassino dei paesi ricchi, risparmia la povera Africa

Debole coi poveri, violento contro i ricchi, sembra essere il ‘sentiment’ che guida il Covid-19, il virus ‘sterminatore’ che sta facendo morti e danni, inimmaginabili solo tre mesi fa, in tutti i paesi industrializzati.

Ma la sua violenza sembra, al momento, voler risparmiare e rispettare la debolezza e povertà dell’Africa.

Certo che il virus si muove in Africa, ma, fino ad ora, non con la stessa virulenza che dimostra negli altri Paesi del mondo.

Coronavirus: Risparmiato, per il momento, il continente africano

Il numero dei contagiati riportati è relativamente basso. 36 dei 54 paesi africani sono stati toccati ma i due paesi più colpiti sono l’Egitto e il Sudafrica con 290 e 260 registrati rispettivamente.

Niger, Uganda , Eritrea hanno registrato un solo contagio a testa. 34 morti in tutta l’Africa e il doppio di guariti.

Nulla se si considerano le epidemie a cui il continente africano è abituato come, ad esempio, i 4000 bambini morti in Congo e i 200000 contagiati  ogni anno dal morbillo.

Nonostante questa, al momento, diffusione soft dell’epidemia, l’Africa sta rispondendo in maniera seria.

In Nigeria molte scuole sono state chiuse immediatamente, anche se i contagi segnalati erano solo 8 contagi.

In South Africa sono stati dati subito messaggi di ‘molta attenzione’ ai visitatori e sono stati aperti centri per i test a Johannesburg.

E altro Paesi si tanno muovendo in questa direzione.

Risparmiato, per il momento, il continente africano

Tutti gli esperti sanitari sanno perfettamente che uno sviluppo forte dell’epidemia potrebbe far saltare il fragile sistema sanitario di quasi tutti i paesi africani ed essere devastante per l’economia del continente.

Il responsabile per l’Africa della OMS, l’Organizzazione Mondiale della salute, dr Matshidiso Moeti, ha detto che la maggior parte dei casi sono stati importati dall’Europa e ‘pensiamo che nonostante tutto pensiamo di non avere molti casi sul Continente’. ‘Dobbiamo anche capire-ha continuato Moeti- se questa bassa diffusione sia dovuta ad un aspetto climatico, l’estate che stiamo vivendo. Nel Continente abbiamo diverse stagioni influenzali, nel sud e  nell’est del Paese. Fra un paio di mesi potremmo capire meglio questo aspetto’.

Un altro motivo per un numero di casi così basso potrebbe essere riscontrato nel fatto che ci sono pochi test e pochi laboratori.

Anche qui, più che in ogni altra parte del mondo, è necessario seguire norme di igiene minime come lavarsi le mani e mantenere la ‘social distancing’. Qui la seconda raccomandazione sembra davvero difficile da ottenere quando molte famiglie dormono insieme nella stessa camera e in molte case non c’è neppure l’acqua corrente.

In ogni caso anche se le diverse e ripetute epidemie hanno costretto il sistema sanitario a migliorarsi tutto rimane ancora molto debole ( 8 milioni di malati di HIV non hanno medicine) e dove il sistema economico non permette chiusure del tipo fatte in Italia o in Cina.

Con una media di 35% di popolazione disoccupata i margini di manovra sono davvero bassi.

La speranza è che il virus assassino rispetti, come ha fatto fino ad ora, almeno l’assolutà povertà.    

 

 

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