Crisi in Medio Oriente, il dibattito coi filosofi
Alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni sullo scenario mediorientale e non solo, ma ne abbiamo già avuti chiari esempi con la guerra in Libia, Afghanistan, Siria, Iraq… e Ucraina, si possono avanzare due tipi di risposte per quanto concerne le modalità con cui politici e media hanno affrontato la questione: o abbiamo a che fare con dei perfetti incompetenti ignari su ciò che avviene in quelle aree, oppure ci troviamo di fronte a degli irresponsabili che stanno letteralmente giocando col fuoco. O magari un misto di entrambi. Sì perché la nuova guerra contro il Califfato islamico che ha mosso i suoi primi passi in questi giorni, nonostante il martellamento mediato nei confronti dell’opinione pubblica internazionale, comincia a fare trapelare uno sfondo ben diverso. Dappertutto, infatti, vediamo crescere caos e moltiplicarsi dei conflitti etnico-religiosi, benché ci avessero raccontato che gli interventi militari dell’Occidente erano finalizzati proprio a pacificare tali focolai d’instabilità.
E ovunque è un proliferare di tagliatori di teste anche in Paesi dove costoro non avevano mai avuto alcuno spazio, vedi Iraq, Libia e Siria. E tutto ciò, guarda caso, proprio in quelle zone dove gli occidentali sono intervenuti manu militari. Insomma, le guerre condotte negli ultimi 13 anni non hanno portato pace e nemmeno libertà e prosperità, ma crescente turbolenza, morte, povertà, caos. È un caso tutto questo? Oppure vi è un filo rosso che lega insieme questa scia di sangue e devastazioni? Tra coloro che hanno avuto il coraggio di documentare gli aspetti più taciuti dai media recandosi direttamente sul campo, vi è lo scrittore e saggista Paolo Sensini che ne discuterà questa sera al CAM Garibaldi (C.so Garibaldi 27, ang. via Strehler, ore 20) a partire dal suo recente libro Divide et Impera (Mimesis) con il filosofo Gianni Vattimo e l’inviato del “Sole-24 Ore” Ugo Tramballi.