Egitto, la marcia dei pro-Morsi. La moglie sul palco: "Rilasciatelo"
In un'atmosfera relativamente festosa grazie all'inizio della ricorrenza di Eid al-Fitr, ma sfidando ancora una volta apertamente il nuovo regime, migliaia di sostenitori del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi sono tornati oggi a marciare per le vie del Cairo in segno di protesta: destinazione finale comune ai diversi cortei, piazza Rabaa al-Adawiyah nel sobborgo nord-orientale di Nasser City, sede di una delle tendopoli allestite dagli islamisti fin dal colpo di stato del 3 luglio per inscenarvi sit-in a oltranza. La folla si e' quindi raccolta in preghiera per celebrare la festivita' che tradizionalmente suggella la conclusione del mese sacro del Ramadan. Poi ha preso parte all'ennesima manifestazione, malgrado solo ieri il premier ad interim Hazem el-Beblawi avesse ammonito che un intervento delle forze di sicurezza per forzarla a sgomberare non era piu' dilazionabile. A sorpresa, per la prima volta da cinque settimane, si e' ripresentata in pubblico Naglaa Mahmoud, moglie dell'ex presidente, salendo sul palco degli oratori per invocarne il rilascio. La sua improvvisa apparizione al fianco di Mohamed el-Beltagi, dirigente dei Fratelli Musulmani, ha scatenato l'entusiasmo della folla assiepata intorno all'omonima moschea. "Com'e' ovvio", ha esordito, "parlare per me e' molto difficile. Ad Allah piacendo, ritornera'", ha proseguito, alludendo a Morsi. "Ad Allah piacendo!". La risposta collettiva e' stata un frastuono: "Ritorno! Ritorno!". Dietro le quinte, comunque, in Egitto qualcosa starebbe cominciando a evolvere in senso positivo: fonti diplomatiche che hanno preso parte ai tentativi di riconciliazione avviati nei giorni scorsi da vari emissari stranieri, nel frattempo ripartiti, in via riservata hanno ipotizzato che Forze Armate e Fratelli Musulmani potrebbero rinunciare a uno scontro frontale e avviare colloqui, magari indiretti, per poi aprire negoziati. Negli ambienti politici si mormora che i militari in realta' non siano piu' tanto convinti dell'utilita' di una prova di forza contro i dimostranti: rischierebbero infatti le dimissioni da parte di Mohamed ElBaradei, attuale vice presidente che funge anche da super-rappresentante per l'estero delle nuove autorita'. Queste ultime perderebbero cosi' l'alleato piu' prezioso, l'unico in grado di conferire loro un minimo di credibilita' politica internazionale.