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Esteri
Elezioni 2022: urne attesissime in Francia, voti pesanti in Corea e Brasile
Emmanuel Macron cerca il secondo mandato all'Eliseo

Elezioni 2022 in Francia, Ungheria, Brasile, Corea: dove si vota nel mondo quest'anno

Nuovi volti e vecchi retaggi nel panorama elettorale del 2022. Nell’anno che comincia diversi paesi nel mondo saranno chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti politici, dalla Serbia alla Corea del Sud, dal Brasile alle Filippine. In Europa fari puntati sulle presidenziali francesi e sulle elezioni generali in Ungheria, dove i rispettivi leader in carica, Emmanuel Macron e Victor Orbán, potrebbero vedere messa alla prova la loro ricandidatura. Attenzione anche al Portogallo, che dopo la crisi di governo si trova a rieleggere il parlamento con un anno e mezzo di anticipo. Appuntamenti importanti anche tra i paesi balcanici, con le legislative in Serbia, Slovenia e Bosnia e Erzegovina. Calendario come sempre fitto in Africa, ma con qualche incertezza tra il rinvio delle presidenziali in Libia e la complessa transizione democratica promessa dalle elezioni in Mali e Somaliland (non riconosciuto da praticamente nessun paese al mondo). In Asia invece, il cambio di leadership in Corea del Sud e nelle Filippine potrebbe aprire nuovi scenari per gli equilibri nel Pacifico, mentre a livello municipale saranno da tenere d’occhio le elezioni in Thailandia e quelle locali di Taiwan. Nelle Americhe si dovrà attendere la fine dell’anno per i midterm negli Stati Uniti e le presidenziali a sud in Brasile e Colombia.

Elezioni Europa 2022: Macron cerca il bis, Orban rischia in Ungheria

L’evento di punta del calendario elettorale europeo 2022 è sicuramente legato alle presidenziali in Francia, previste per il 10 aprile (con secondo round il 24). Il voto si terrà appena prima delle legislative, previste per il 12 giugno. I primi sondaggi mostrano un possibile testa a testa tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, ma con un panorama politico più frammentato rispetto al 2017. In corsa per l’Eliseo anche il giornalista di estrema destra Eric Zemmour. In lizza anche la candidata del centro-destra Valérie Pécresse, mentre il campo della sinistra appare ancora frammentato tra il leader della sinistra radicale Jan-Luc Mèlenchon e la sindaca di Parigi Anne Hidalgo.

Si vota anche in Portogallo, con elezioni anticipate al 30 gennaio dopo la bocciatura della legge di bilancio per il 2022, che ha sancito la rottura tra il governo di minoranza guidato dal Partito socialista (PS) di Antonio Costa e i suoi ex alleati della sinistra radicale. Sarà la terza volta che il Portogallo andrà alle urne nel giro di un anno, dopo le elezioni presidenziali del gennaio scorso e le amministrative di settembre.

Il 13 febbraio, invece, in Germania l’Assemblea Federale voterà per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, che seguirà l’uscente Frank Walter Steinmeier.

Spostandosi verso Est, banco di prova in Ungheria per la leadership di Victor Orbán con le elezioni generali di aprile. A contrastare il premier potrebbe essere il conservatore Péter Màrki-Zay, supportato da una coalizione di partiti dell’opposizione. La speranza è unire le forze per contrastare Orbán, dopo che la riforma del sistema elettorale del 2020 ha reso più complesso sfidare la maggioranza.

Nei Balcani invece, urne referendarie per la Serbia, che il 16 gennaio è chiamata a decidere su una ratifica della Costituzione. Al centro del referendum costituzionale, il rafforzamento del potere giudiziario, elemento rilevante per una eventuale futura ammissione del paese nell’Unione europea. In primavera poi gli appuntamenti elettorali si fanno fitti per Belgrado, con le presidenziali previste per il 3 aprile, seguite da elezioni politiche e amministrative. Anno elettorale anche in Slovenia, dove il 24 aprile si va al voto per le parlamentari, mentre a fine ottobre si sceglierà il nuovo presidente della Repubblica. In Bosnia e Erzegovina poi, il 2 ottobre si vota per il rinnovo dell’Assemblea Parlamentare e per i tre membri della Presidenza.

Tra gli altri appuntamenti in Europa, nel Regno Unito l’Irlanda del Nord va al voto il 5 maggio per il rinnovo dell’Assemblea e l’11 settembre in Svezia si va alle urne per eleggere i 349 membri del Riksdag. In Austria, sempre a settembre, sono previste le presidenziali, mentre in Lettonia il 1° ottobre si vota per il rinnovo della Saeima.

 

Elezioni Africa 2022: incognita Libia, rischio caos per Mali e Tunisia

Calendario elettorale traballante per il continente africano. Molte le incertezze sugli appuntamenti fissati e per i rinvii dell’ultimo minuto, come quello della Libia, che ha rimandato le elezioni presidenziali e politiche previste per lo scorso 24 dicembre. Tra i candidati c’erano il generale Khalifa Haftar, che dispone del sostegno ufficiale e non ufficiale di diversi paesi tra cui Francia, Russia e Turchia, Seif al-Islam, uno dei figli di al-Gheddafi, e Abdul Hamid Dbeiba, il premier del governo di unità nazionale. La nuova data è stata fissata per il 24 gennaio, ma la situazione nel paese rimane tesa e finora non c’è stata una vera e propria campagna elettorale.

Situazione simile in Mali, dove il 27 febbraio dovrebbero tenersi le elezioni presidenziali e legislative. La comunità internazionale attende il ritorno alla democrazia nel paese dopo il rovesciamento del presidente Ibrahim Boubacar Keita. Il Mali ha vissuto due colpi di stato nel giro di due anni, e la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) ha espresso dubbi in merito alle intenzioni della giunta militare, temendo che l’appuntamento elettorale possa saltare.

Ad aprile tocca invece al Gambia con le parlamentari, mentre in estate vanno al voto Angola, dove il presidente in carica João Lourenço  cerca la rielezione, Kenya (9 agosto), con la corsa alle presidenziali del vice presidente William Ruto, ma anche Senegal e Repubblica del Congo. Seguono a settembre le legislative in Ciad, Lesotho e a ottobre Sao Tome e Principe. Cruciali per il processo di democratizzazione del paese le presidenziali del 13 novembre in Somaliland.

Situazione incerta sulle elezioni legislative di dicembre in Tunisia, dopo che il presidente Kais Saied ha centralizzato i suoi poteri, ridimensionando il ruolo del governo e sospendendo il parlamento. In dubbio anche in Medio l’appuntamento con le elezioni generali in Libano, previste per il 27 marzo, che potrebbero essere rimandate a causa della crisi politica e delle controversie sulla legge elettorale.

Elezioni Asia 2022: voto geopoliticamente cruciale in Corea del Sud, ritorno al futuro nelle Filippine

In Asia è la Corea del Sud a fare da apripista per il programma elettorale 2022, con le presidenziali del 9 marzo nelle quali si eleggerà il successore di Moon Jae-in. Il presidente in carica non può candidarsi per un altro mandato e il confronto per il suo successore sarà tra il candidato del Partito democratico, Lee Jae-myung e il conservatore del Potere dei Nazionali, Yoon Seok-youl. Al momento però nessuno dei due sembra avere convinto l’opinione pubblica e la crisi economica nata in seno alla pandemia ha alimentato il malcontento. Tra i due rivali è in corso una campagna elettorale dai toni decisi, dove entrambi i candidati devono difendersi da accuse di corruzione. Si prevede uno scarto di preferenza minimo tra i due e un elettorato destabilizzato da ambo le parti.

Si vota anche in Nepal con le legislative per sostituire 19 membri del parlamento, a Taiwan con le elezioni locali (note anche come nove in uno) e in Thailandia, dove verrà scelto il nuovo governatore di Bangkok.

L’altro grande appuntamento elettorale nel continente asiatico è quello del 9 maggio nelle Filippine, dove si terranno le elezioni presidenziali. I cittadini dell’arcipelago del Sud-Est asiatico andranno alle urne per decidere chi governerà il paese dopo l’uscente Rodrigo Duterte, in un risultato che potrebbe essere rilevante per il posizionamento del paese nella contesa tra Stati Uniti e Cina. Tra i contendenti per la leadership di Manila, il favorito è Ferdinand Marcos Jr., figlio del defunto omonimo dittatore, che ha scelto come sua vice Sara Duterte, nonostante non abbia l’appoggio del padre. A sfidarlo nella corsa alle presidenziali vi sono poi l’attivista e attuale vicepresidente Leni Robredo, il senatore Panfilo Lacson, l’ex pugile Manny Pacquiao e l’ex attore Francisco Domagoso.

Elezioni Americhe 2022: Biden alla prova delle Midterm, Bolsonaro a un passo dal ko in Brasile

Anche nel continente americano saranno in molti a recarsi alle urne. In Canada, Ontario e Quebec terranno le elezioni generali rispettivamente il 2 giugno e il 3 ottobre. L’8 novembre invece sono attesi i midterms statunitensi, per eleggere parte del Senato e i nuovi membri della Camera dei rappresentanti. Innegabile la preoccupazione da parte dei democratici, che rischiano sconfitte scomode in questa tornata. Storicamente il partito di opposizione rispetto a quello del presidente in carica vede favoriti i suoi candidati e il momento di impopolarità del presidente eletto Joe Biden potrebbe tramutarsi in un vantaggio per i repubblicani.

Spostandosi in America centrale, in Costa Rica il 6 febbraio sono attese le elezioni generali in un clima di generale stabilità e con la pandemia relativamente sotto controllo. Per tutti i candidati il fronte comune è il tema dell’immigrazione da parte dei vicini di Haiti. Qui, le elezioni inizialmente previste per il 7 novembre 2021, sono state rinviate a data da definirsi. La situazione rimane infatti instabile nella repubblica caraibica, dopo l’assassinio del presidente Joevenel Moise e le incessanti proteste popolari.

Cambi di leadership previsti anche in Sudamerica, a partire dalla Colombia, dove si va alle urne il 13 marzo per le parlamentari e il 29 maggio per le presidenziali. Il presidente in carica Ivan Duque Marquez non potrà svolgere un altro mandato e tra i suoi papabili successori c’è Gustavo Petro, ex sindaco di Bogota.

In Brasile invece le elezioni generali si terranno ad ottobre, con un voto che potrebbe sancire l’uscita di scena del presidente in carica Jair Bolsonaro. Secondo gli ultimi sondaggi infatti, l’ex capo di Stato e fondatore del Partito dei lavoratori suo rivale, Lula da Silva, potrebbe vincere al primo turno nella corsa per Planalto. Tra i candidati di rilievo anche Sergio Moro e Simone Tebet. In corsa anche Joao Doria, governatore dello stato di San Paolo.

Elezioni Oceania 2022

Anno di transizione per molti paesi del Pacifico. Si parte dalle Isole Cook, al voto ad aprile, seguite da Papua Nuova Guinea con le legislative dell’11 giugno. In Australia si terranno le elezioni statali in Australia del Sud (19 marzo) e in Victoria (26 novembre), mentre in Nuova Zelanda l’8 ottobre avranno luogo le amministrative. Si vota anche per i presidenti di Samoa e Vanuatu e per le legislative a Nauru e Fiji.

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