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Esteri
"Labour distrutto dalle illusioni di Corbyn. Ora la sinistra torni al centro"

"Dare il partito in mano a Jeremy Corbyn è stato un errore madornale". Non usa giri di parole Giampiero Alhadeff, segretario italo britannico del Labour Movement of Europe, affiliato al partito sconfitto alle elezioni in Regno Unito dai conservatori di Boris Johnson. Alhadeff, che nella sua carriera politica è stato anche segretario Labour all'Europarlamento, ripercorre in un'intervista ad Affaritaliani.it tutti gli errori della sinistra britannica e analizza le prospettive della Gran Bretagna dopo il trionfo Tory.

Giampiero Alhadeff, come si spiega questa sconfitta senza precedenti per il Labour?

Durante la campagna elettorale ho viaggiato da nord a sud, da est a ovest. Sono stato in posti lontani da Londra, dove c'è tanta povertà e poco lavoro. In posti dove il Labour tradizionalmente dominava. Ecco: non è più così. Il Labour in questi posti non esiste più. Abbiamo, ho, bussato a tante porte e la gente mi rispondeva che non avrebbe potuto votare per Jeremy Corbyn. 

Perché?

Per le sue idee considerate "sballate", perché viene considerato non patriottico. La verità che il Labour di Corbyn non è riuscito a creare un dialogo con questo mondo. Un mondo dove, mi riferisco al nord dell'Inghilterra, una volta c'erano più di 90 impianti siderurgici e oggi ne è rimasto solo uno che è stato salvato dai cinesi. In queste zone c'è un tasso di impiego molto basso e livelli di povertà altissimi.

Non dovrebbe essere questo il bacino elettorale privilegiato da una figura della sinistra radicale come Corbyn?

Infatti sono rimasto choccato da come questi elettori mi rispondevano su Corbyn e sul Labour. Il legame del partito con questo mondo è stato reciso. Abbiamo vinto solo nelle grandi città come Londra, Manchester e Bristol. Nel nord est di Londra i conservatori hanno preso 5 mila voti e il Labour 36 mila. In queste città ha pesato il voto pro Ue. Ma altrove è stato un disastro. E il paradosso è che proprio le zone più povere saranno le prime vittime della Brexit. Eppure, non siamo riusciti a spiegarglielo. Hanno votato per la Brexit e l'hanno ribadito in queste elezioni, perché hanno creduto alle promesse Tory sulla salute, sull'impiego e sui migranti.

Quali sono le responsabilità di Corbyn?

Le colpe di Corbyn sono enormi. Sono quattro anni che noi stiamo dicendo che con Corbyn non si sarebbe mai vinto. La sua linea di estrema sinistra è stata un disastro, come prevedibile, e il risultato alle urne una delusione totale. E se il partito non riuscirà a scegliere un nome più al centro, tra cinque ci ritroveremo allo stesso posto di oggi.

Eppure Corbyn era stato preso a modello da diversi esponenti della sinistra europea e italiana che sostenevano la necessità di un ritorno a una linea radicale. E' stato un errore?

E' stato un errore madornale. La sinistra di Corbyn è una sinistra che vende illusioni in cui nessuno ha creduto. Abbiamo perso in posti dove vincevamo ininterrottamente da 30 anni. E gli abitanti delle case popolari ci dicevano che non potevano votare per Corbyn, c'era anche chi non voleva nemmeno guardarci in faccia. Se penso a quanto fosse tutto diverso nel 1997 mi rendo conto di quanto la situazione di oggi sia triste.

Ma come si è arrivati a questo punto? Che cosa è successo tra Blair e Corbyn?

La svolta negativa c'è stata nel 2008 con la crisi finanziaria che ha colpito tutta l'Europa. Abbiamo perso le elezioni del 2010 e da lì in poi non siamo più riusciti a interpellare la classe operaia. Il partito ha pensato di poterlo fare con Corbyn ma si trattava solo di un'illusione.

La sconfitta di Corbyn significa che il ritorno alla sinistra radicale è un errore anche per tutti coloro che ci credono in Europa o negli Stati Uniti?

Sì, è una fantasia. La sinistra vince solo facendo offerte concrete, non illusorie. E alle promesse di Corbyn non ha creduto nessuno.

Serve dunque un ritorno al centro o alla famosa "terza via"?

Sono sicuro che i corbynisti cercheranno di mantenere il controllo del Labour. Negli scorsi anni tutto è stato preso in mano dall'ultra sinistra e tutti gli altri sono stati messi da parte. Ora spero che il partito non commetterà di nuovo gli stessi errori e punterà su qualcuno di diverso, di molto diverso. Dobbiamo scegliere a qualcuno in grado di parlare al nord dell'Inghilterra, a qualcuno in grado di parlare con chi non ha nessuna speranza.

Come si evolveranno i rapporti con l'Europa?

Intanto posso dire che è un giorno triste. Perché quasi tutti i candidati pro Europa dell'Inghilterra del nord sono stati sconfitti. Detto questo, ora spetta a Johnson decidere che tipo di Brexit attuare. Se farà una Brexit dura colpirà molti di quelli che hanno votato per lui questa volta come le classi più povere delle periferie. Se farà una Brexit più morbida scontenterà i brexiteers più radicali e il Dup. Non sarà una decisione semplice ma con questa vittoria netta Johnson si è guadagnato la possibilità di scegliere. Non solo. Da ora in avanti non avrà più bisogno di Nigel Farage o degli unionisti irlandesi. Un lusso che Theresa May non poteva permettersi.

Johnson si avvicinerà agli Stati Uniti?

Questo è quello che ha sempre detto lui e che ha sempre detto Trump. Vedremo. Credo che Johnson cercherà di fare diversi accordi commerciali, non solo con gli Stati Uniti ma anche, per esempio, con l'India. Ma non sarà così semplice. Anche perché, per esempio nel caso dell'India, promette di fare accordi senza aumentare il numero di migranti.

Qual è il futuro del Regno Unito sul piano interno?

Anche con la Brexit credo che Irlanda del Nord e Irlanda non avranno un confine tra loro. E quindi Belfast rimarrà effettivamente parte dell'Ue. Entro 5-10 anni penso possa diventare d'attualità il tema della riunificazione dell'Irlanda. La Scozia invece ha già detto che chiederà un nuovo referendum di indipendenza. Non vedo come gli scozzesi, che hanno votato in massa per lo Scottish National Party e contro la Brexit, possano accettare di far parte di un Regno Unito conservatore e che lascia l'Ue. Non so quando si farà, ma il referendum di indipendenza della Scozia segnerà la fine del Regno Unito.

twitter11@LorenzoLamperti

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