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Esteri
Falkland/Malvinas,nuovo referendum nell'arcipelago conteso tra Uk e Argentina
Isole Falkland, scritta 'yes' composta dagli abitanti in occasione del referendum 2013

Gli abitanti dell’arcipelago delle isole Falkland, nell'Atlantico meridionale, giovedì 24 settembre sono chiamati al voto per decidere sul numero di circoscrizioni elettorali nel loro territorio. Una votazione che era stata prima spostata dall’autunno 2019 al marzo 2020, per poi essere nuovamente rinviata - causa Covid-19 - a settembre, nonostante non ci fossero stati ancora casi accertati di positivi alla pandemia (anche e soprattutto per mancanza di test e laboratori attrezzati).

Le isole Falkland, o ‘Malvinas’ per seguire la denominazione usata dagli argentini, sono attualmente divise in due circoscrizioni: Stanley, che elegge 5 rappresentanti nell’Assemblea legislativa, e Camp, che invece ne elegge 3. La particolarità (o problema) è che al maggio scorso si contavano 1303 elettori nel distretto di Stanley e 273 in quello di Camp, con un’identificabile sproporzione tra votanti e numero di rappresentanti tra le due circoscrizioni. Originariamente le isole Falkland avevano un sistema a due distretti con un numero uguale di rappresentanti (4 e 4). Con il passare degli anni però i movimenti demografici dell’arcipelago sono mutati, con un forte afflusso verso la zona di Stanley che ha reso necessaria una modifica del sistema elettorale.

Ai cittadini, il 24, verrà chiesto se rimanere con due circoscrizioni o averne solamente una, sebbene negli ultimi venti anni siano stati già indetti due referendum con la stessa motivazione e domanda, il primo nel novembre 2001 e il secondo nel 2011. In entrambi i casi i votanti hanno preferito mantenere il sistema con due distretti.

Isole Falkland/Malvinas, cartello di benvenuto nella capitale StanleIsole Falkland, cartello di benvenuto nella capitale Stanle
 

La contesa anglo-argentina

Le isole Falkland/Malvinas, storicamente contese nel XVIII secolo tra l’Impero spagnolo, quello britannico e quello francese, sono finite loro malgrado in un più recente conflitto territoriale tra il Regno Unito, che le controlla dal 1833, e l’Argentina, che ne rivendica la sovranità per eredità dai possedimenti spagnoli. La purtroppo celebre guerra degli anni ’80, quando i due paesi si scontrarono militarmente e in cui ci furono più di 900 vittime, fu il culmine di questo scontro.

Non è bastata però una guerra, scatenata dall’Argentina e dagli esiti fallimentari per Buenos Aires, a risolvere la disputa. Nel marzo del 2013 si svolse un altro referendum nelle isole, in cui gli abitanti furono chiamati a esprimersi tra il mantenimento dello status del controllo britannico e il passaggio alla sovranità argentina. Con una affluenza del 92%, e una maggioranza del 99,8%, i ‘Falklanders’ (o ‘Kelpers’) scelsero di rimanere un dominio britannico. In pratica solo 3 persone in quel referendum votarono per slegarsi da Londra. I risultati erano piuttosto scontati visto che la stragrande maggioranza della popolazione ha origine britannica. L’allora premier britannico David Cameron ritenne di aver chiuso la pratica, ma l’Argentina dichiarò non valida la votazione contestandone gli esiti.

Isole Falkland/Malvinas, proteste a Buenos Aires di manifestanti anti-britanniciIsole Falkland/Malvinas, proteste a Buenos Aires di manifestanti anti-britannici
 

Isole Falkland, l’importanza strategica

Ma come mai queste isole nel profondo sud dell’oceano Atlantico e dal clima inospitale sono diventate strategicamente importanti, a tal punto da essere motivo scatenante di una guerra? Se un tempo l’arcipelago era al centro di dispute soprattutto per via dei diritti di pesca nelle proprie fruttuose acque territoriali, negli ultimi decenni le perforazioni al largo delle Falkland sono aumentate a dismisura, alla ricerca di giacimenti petroliferi o riserve di idrocarburi. Lo scontro tra Argentina e Regno Unito si è trasformato quindi in rivalità tra le compagnie petrolifere dei due paesi che duellano per il controllo delle licenze di trivellazione e sulla proprietà dei promettenti pozzi di ‘oro nero’. Ma le ragioni non sono solo queste.

Anche la vicinanza geografica al Polo Sud è infatti una motivazione per cui questo arcipelago è fortemente conteso. L’Antartide in un prossimo futuro sarà terreno di disputa tra diversi paesi per via delle risorse energetiche presenti e anche per le riserve di acqua dal potenziale immenso, come d’altronde sta diventando l’Artico oggi. Possedere un “avamposto” militare e commerciale in prossimità di una futura zona di rilevanza mondiale è sicuramente un vantaggio di cui sia il Regno Unito che l’Argentina sono consapevoli.

Il 24 settembre gli abitanti delle Falkland/Malvinas decideranno semplicemente le proprie modalità di voto e di rappresentanza, ma nel prossimo futuro la contesa anglo-argentina potrebbe evolversi e intrecciarsi a dinamiche globali, (ri)ponendo i ‘Kelpers’ davanti a scelte ben più complesse e delicate.

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