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Esteri
Francia, François Fillon indagato. Verso il ritiro dalla corsa per l'Eliseo

Un mese e mezzo fa aveva promesso in diretta tv di abbandonare la corsa all'Eliseo se fosse stato indagato dai magistrati. Non sarà così. François Fillon ha ricevuto oggi l'avviso di garanzia ma ha intenzione di non mollare. Il candidato della destra è formalmente indagato per "appropriazione indebita di fondi pubblici, abuso di beni sociali, complicità e occultamento di questi reati, violazione degli obblighi di comunicazione all'Alta autorità in materia di trasparenza nella vita pubblica".

Nonostante la sua determinazione a restare in sella, l'ex premier ha deciso di rispondere ai giudici. Teoricamente avrebbe potuto avvalersi della sua immunità parlamentare: una difesa scelta, ad esempio, da Marine Le Pen, che ha già rifiutato due appuntamenti con i pm.
Fillon doveva essere convocato per domani mattina, ma alla fine è stato ascoltato oggi dai giudici in totale discrezione. Secondo quanto dichiarato da uno dei suoi avvocati Antonin Levy "l'audizione è stata anticipata perché si potesse svolgere in condizioni di serenità". Nei prossimi giorni potrebbe essere indagata anche la moglie Penelope, al centro dell'indagine, con due dei figli: in tutto si parla di oltre 1 milione di euro intascati per attività da assistenti parlamentari di cui non ci sono prove.

Gli investigatori sospettano che si tratti di impieghi fittizi, gli stipendi versati in famiglia sarebbero per Fillon un modo per “arrotondare”. Ora si scopre che i figli riversavano parte del salario ricevuto come assistenti parlamentari direttamente sul conto del padre. La figlia Marie ha raccontato agli investigatori che doveva “rimborsare le spese anticipate per il suo matrimonio” mentre il figlio Charles sostiene di aver restituito i fondi per l'affitto.
 
E' la prima volta che un candidato alle presidenziali viene indagato a soli quaranta giorni dal voto con un'accusa particolarmente infamante (“appropriazione indebita di fondi pubblici”) per chi aspira a guidare lo Stato. Lo staff di Fillon cerca di minimizzare la portata dell'evento. "Un non evento" ha commentato il portavoce di Fillon, Damien Abad, a proposito dell'avviso di garanzia. "Non cambia nulla, siamo concentrati sulla campagna elettorale" ha aggiunto. Ufficialmente dunque niente panico nella squadra del candidato che finora è riuscito a superare la tempesta del PenelopeGate.

Prima le defezioni nel suo campo, poi l’ipotesi di una sostituzione con Alain Juppé che alla fine ha rinunciato. "Accanimento giudiziario". "Omicidio politico". Nelle ultime settimane Fillon ha alzato i toni contro la magistratura, andando fino a parlare di "rischio di guerra civile". Due settimane fa ha radunato i suoi sostenitori in piazza, place du Trocadéro, per mostrare che non si sarebbe mai ritirato.

Adesso la sua strategia è quella di presentarsi come un "combattente", un "ribelle del sistema" (parole sue). Anche se lo scandalo l'ha danneggiato, facendogli perdere il titolo di favorito dell'elezione, superato da Emmanuel Macron, nei sondaggi può contare su una base di fedeli elettori, attorno al 20% dell'elettorato. Intanto il responsabile del codice deotonlogico al parlamento ha annunciato un’indagine sui costosissimi completi del candidato della destra pagati da un misterioso amico: i regali ai deputati sono in teoria vietati sopra ai 150 euro.

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