Il rapporto francese sulla minaccia rappresentata dai Fratelli Musulmani: e l’Italia? - Affaritaliani.it

Esteri

Il rapporto francese sulla minaccia rappresentata dai Fratelli Musulmani: e l’Italia?

Il movimento si è ampiamente diffuso dagli anni ’50 in oltre 70 paesi, in particolare nel mondo arabo e in Europa, attraverso la creazione di centri e organizzazioni caritative

di Redazione

Fratelli Musulmani, la rete invisibile: l'espansione ideologica in Europa e l’allarme in Italia

I Fratelli Musulmani sono un movimento islamico politico fondato da Hassan al-Banna in Egitto nel 1928. Pur promuovendo una vocazione religiosa e politica, la loro ideologia resta influenzata dalle tesi radicali di Sayyid Qutb. Il movimento si è ampiamente diffuso dagli anni ’50 in oltre 70 paesi, in particolare nel mondo arabo e in Europa, attraverso la creazione di centri e organizzazioni caritative.

I Fratelli Musulmani rappresentano una minaccia crescente per le società occidentali, compresa l’Italia. Nonostante il discorso moderato che mostrano pubblicamente, la loro agenda ideologica è in contrasto con i valori democratici su cui si fondano gli Stati europei. In Italia, la loro presenza si sta intensificando, e la confraternita sfrutta la libertà religiosa e il multiculturalismo per rafforzare la propria influenza, minacciando così la coesione sociale e la sicurezza nazionale. Adottano strategie diverse per diffondere le loro idee tramite moschee, centri culturali e associazioni caritative.

Queste ultime offrono servizi sociali volti ad attirare persone, in particolare tra i più vulnerabili o tra i migranti in difficoltà di integrazione. Il discorso religioso viene talvolta usato per giustificare in modo indiretto la violenza o l’estremismo, creando così un ambiente favorevole al reclutamento. Rapporti dell’intelligence hanno inoltre evidenziato legami tra alcuni membri della confraternita e reti di finanziamento sospette, utilizzate per sostenere attività estremiste fuori dall’Europa. Questa dinamica rappresenta una minaccia per la pace civile in Italia, accentuando le divisioni culturali e religiose e minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Numerosi osservatori invocano una risposta ferma, sia sul piano della sicurezza che su quello sociale, rafforzando i meccanismi di integrazione e monitorando le attività dei gruppi il cui programma è contrario alla democrazia.

Una minaccia persistente: In un articolo pubblicato lo scorso maggio sul giornale Al-Ahram Weekly, il consigliere del Gran Mufti d’Egitto, il dottor Ibrahim Negm, sottolinea che la vera minaccia rappresentata dai Fratelli Musulmani risiede nella loro sovversione ideologica, mascherata dietro una facciata di legittimità religiosa, nell’ambito di una strategia di lungo termine. Troppo spesso, diplomatici e analisti occidentali affrontano la questione dei Fratelli Musulmani con una lettura riduttiva, limitata alla partecipazione politica, alle elezioni o alle libertà civili. Ma questa visione non coglie la reale natura del pericolo: secondo Negm i Fratelli Musulmani non sono soltanto un partito politico, ma un ecosistema ideologico strutturato, profondamente radicato nel tessuto sociale e politico delle società, Egli invita i partner occidentali ad evitare qualsiasi alleanza opportunistica con gruppi islamisti radicali, come i Fratelli Musulmani, con il pretesto della “governance inclusiva”. La storia ha dimostrato che questi movimenti utilizzano le piattaforme democratiche solo per poi smantellarle una volta arrivati al potere. Pertanto, i Fratelli Musulmani non devono essere considerati solo un fenomeno egiziano, ma un fenomeno transnazionale.

Le associazioni sportive nel mirino. Il ricercatore Youssef Ayad, in un’analisi pubblicata dal Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia (ECLJ), si chiede quando verranno vietati i Fratelli Musulmani. Cita un rapporto precedente che nel 2020 ha censito non meno di 127 associazioni sportive in Francia legate a movimenti separatisti: 18 di esse salafite e 5 affiliate ai Fratelli Musulmani, per un totale di oltre 65.000 membri. Spesso, gli allenatori e i responsabili di questi club adottano un discorso religioso, valorizzando l’identità arabo-musulmana e promuovendo alcune pratiche religiose (preghiere collettive prima delle partite, sale per la preghiera negli spogliatoi, frequenti richiami religiosi). Queste associazioni si battono anche per l’uso del velo islamico nello sport, in particolare un gruppo informale fondato nel 2020 all’interno della coalizione “Alliance Citoyenne”, composto da circa 50 donne conosciute collettivamente come le Hijabeuses. Questo gruppo ha organizzato numerose manifestazioni e ricorsi giudiziari.

Mentre la confraternita arretra progressivamente in Nord Africa e Medio Oriente, in Europa punta su una strategia di influenza a lungo termine, adattata a ogni contesto nazionale, piuttosto che sulla creazione di partiti politici o sulla partecipazione diretta alle elezioni. Il Consiglio dei Musulmani d’Europa, con sede a Bruxelles dal 2007, coordina questa strategia a livello europeo. Tra gli strumenti più influenti dei Fratelli: il Forum delle Organizzazioni Giovanili e Studentesche Musulmane Europee (FEMYSO), iscritto al registro di trasparenza dell’Unione Europea. Il rapporto dei servizi francesi, recentemente divulgato, ha rivelato in particolare l’attività sospetta di un centro di studi islamici a Roma, spingendo il deputato di Verona, Ciro Maschio, a chiederne la chiusura.

L’analista Ottavia Scorbatì, in una recente pubblicazione su Eurocommunication, analizza la strategia di infiltrazione dei Fratelli Musulmani in Europa, in particolare attraverso l’educazione e lo sport. Si sofferma sui dibattiti attuali in Francia riguardo alle loro attività nei club di calcio, di basket e di arti marziali. Le informazioni contenute nel rapporto francese hanno suscitato preoccupazioni anche in Italia, in particolare a Verona, dove si teme una riproduzione del “modello francese”. Il rapporto segnala segni di attivismo islamista nella regione veronese, in particolare attraverso l’Istituto Italiano di Studi Islamici e Umanistici “Bayan”. Questo centro, situato a San Giovanni Lupatoto, è sospettato di essere legato ai Fratelli Musulmani. Alcuni esponenti locali, tra cui Mattia Stoppato, commissario della Lega in questo comune, hanno reagito immediatamente: "È inaccettabile che nella nostra città esistano organizzazioni che, sotto la copertura della moderazione, diffondono un progetto ideologico e religioso contrario ai nostri valori costituzionali" chiedendo un dibattito pubblico trasparente, ritenendo che questa situazione minacci le fondamenta della società.

Il deputato europeo Paolo Borchia distingue due forme di islamismo: Un islamismo politico che si manifesta attraverso atti terroristici. Un islamismo più subdolo, che penetra nelle istituzioni rimanendo nell’ombra. Secondo lui, il rapporto francese dimostra il legame tra l’Istituto Bayan, che forma imam a livello europeo, e la confraternita. Il vero pericolo sarebbe quello di influenzare la legislazione europea per renderla più favorevole ai Fratelli, anche grazie a finanziamenti esteri massicci. "Verona non deve diventare un focolaio di estremismo, né un modello sociale contrario ai nostri valori. Occorre fare piena luce sui finanziamenti, le attività e i collegamenti di questo centro". E conclude: "I Fratelli Musulmani sono già visti con sospetto da numerosi paesi del Medio Oriente. In Europa si tende a prendere alla leggera questa minaccia. Non bisogna commettere lo stesso errore a Verona"