Libia, Frattini svela il piano di Di Maio:distanziarci da Usa e aprire a Mosca
"A noi la Russia serve moltissimo per difendere i nostri interessi nazionali"
Libia, Frattini: "Dialogare con Mosca e Ankara; rivedere le sanzioni nei confronti della Russia"
Dialogare con Ankara e Mosca e convincere l'Ue di rivedere le sanzioni alla Russia. Franco Frattini, uno dei nomi più accreditati per l'incarico di inviato speciale per l'Italia in Libia, rivela sulla pagine de La Stampa il passo compiuto dalla Farnesina a Bruxelles e spiega la 'mano tesa' a Putin di Di Maio. "A noi la Russia serve moltissimo per difendere i nostri interessi nazionali - ha spiegato l'ex ministro degli Esteri -. Di Maio ha fatto un passo molto importante con Borrell. Un passo che avremmo dovuto fare tre, quattro anni fa. Noi avremmo dovuto dire basta con le sanzioni". Secondo Frattini l'Italia può avere "un ruolo di mediazione nei conflitti".
In Libia, ha spiegato "abbiamo interessi di primaria grandezza, energetici, migratori, ma anche nei rapporti politici e di amicizia di lunghissima durata". È necessario "ridare all'Italia un ruolo di pontiere. "Dobbiamo avere una posizione autonoma - ha spiegato Frattini. Di Maio ha fatto bene a prendere le distanze da Washington? "E una mossa ragionevole" ha risposto Frattini. "Con l'Iran abbiamo un rapporto consolidato da sempre . Senza nulla togliere alla nostra amicizia con Israele".
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Ieri invece l'ex ministro degli Esteri aveva detto: "Il governo deve promuovere attraverso un dibattito parlamentare un’unità di tutto l’arco affinché l’Italia esprima con una sola voce. Abbiamo sentito quella di Matteo Salvini, quella di Giorgia Meloni, quella di Nicola Zingaretti, non si capisce quale sia la posizione del M5s. Da un lato il ministro degli Esteri Di Maio fa osservazioni di buon senso, dall’altro vedo che un altro dei leader M5s, Di Battista, sta partendo per Teheran - e forse non è il momento migliore. Se l’Italia trovasse una posizione convergente, avrebbe la forza di chiedere che un consiglio dei ministri degli Esteri, se non dei capi di Stato dell’Unione europea cercasse di avvicinare le posizioni tra i Paesi membri, oggi molto lontane. Il che rende l’Europa irrilevante. Almeno finora".
L'ex commissario europeo, oggi presidente della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale e presidente di sezione del Consiglio di Stato, dichiara a Formiche.net: "Non è sfuggito a nessuno che le posizioni più nette, come al solito, le hanno prese Francia e Germania. Il presidente Macron ha diffuso il comunicato congiunto di condanna assieme all’omologo russo Vladimir Putin - come se la Francia non avesse nulla a che fare con la Nato. Francia e Germania assieme hanno triangolato con il ministro degli Esteri cinese", dichiara Frattini. Che fare quindi, a livello europeo? "Prima di parlare di una missione europea occorre che ci sia l’Europa".
Frattini nota: "in questo momento non vedo l’Iran lanciare una risposta di guerra. E non soltanto perché l’ayatollah Ali Khamenei al momento giusto ha sempre fermato le azioni di guerra vere e proprie. Ma soprattutto perché l’Iran non è circondato da amici, pensiamo a Paesi come Arabia Saudita, Egitto, Israele e Turchia. Il mio consiglio è evitare di far sentire l’Iran talmente in un angolo da incoraggiare un scatto rabbioso del leone ferito. Il tutto senza far perdere ovviamente la faccia agli Usa".
Quanto all'Italia, deve "ricordare all’Europa che siamo tra i pochi che possono parlare con l’Iran senza che ci tirino addosso un missile: con l’Italia non c’è che una diffidenza per l’allineamento alla posizione europea, quella che ha lasciato cadere quell’accordo nucleare per obbedire alle richieste americane. Ma di più non c’è. C’è più molta irritazione verso altri Paesi europei. E agli americani faremmo anche un bel favore se la proposta italiana riducesse la tensione facendo riaprire il dialogo agli iraniani sul nucleare".
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