Londra, rivolta anti-May nei conservatori. La premier Uk verso la sfiducia
Brexit, allarme Ue: nessuna intesa
Nuovi guai per Theresa May, costretta ad affrontare un'altra fronda interna al suo partito. Il Sunday Times rivela che sono già 40 i deputati conservatori pronti a firmare una lettera di sfiducia nei confronti della premier. Il numero necessario per mettere in discussione la leadership della May e lanciare nuove elezioni interne è di 48 deputati. Sempre oggi, il Mail on Sunday riferisce di una presunta lettera segreta firmata dal ministro degli Esteri Boris Johnson e dal ministro dell'Ambiente Michale Gove, con la quale chiedono alla May di procedere sulla strada di una 'hard BREXIT', un'uscita netta dall'Unione europea. I due esponenti conservatori, esponenti di punta della campagna per la BREXIT, spingono per ridurre al minimo i tempi del periodo di transizione successivo alla BREXIT, fissando al 20 giugno del 20121 la data del divorzio definitivo da Bruxelles.
Altri guai per la May verrebbero dal fronte di Westminster, dove, secondo il Guardian, la premier rischia una bruciante sconfitta entro poche settimane, se non consentirà alla Camera dei Comuni di esprimere il proprio parere sull'accordo finale con Bruxelles per l'uscita dalla Ue. Un'alleanza bipartisan di deputati conservatori contrari a una 'hard BREXIT' e di parlamentari laburisti è pronta a votare contro la May. La battuta d'arresto, che potrebbe costringere la premier alle dimissioni, potrebbe consumarsi in occasione del voto sugli emendamenti alla legge quadro per l'uscita dalla Ue, che riprenderà il suo iter in aula il prossimo martedì.
Brexit, Barnier: Ue si prepari ad eventualità assenza di accordo
Il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha detto di prepararsi all'eventualità che non si trovi alcun accordo con Londra, anche se preferibebbe un altro scenario. "Non è la mia opzione, poiché sarebbe un passo indietro di 44 anni (alla data di ingresso del Regno unito nell'Ue, ndr.). Ma è una possibilità", ha detto Barnier in un'intervista al settimanale francese, Journal du Dimanche. "Ciascuno di noi ci si deve preparare, gli Stati come le aziende, noi stessi ci prepariamo tecnicamente", ha aggiunto. Senza accordo, il Regno Unito cadrebbe a partire dal 29 marzo 2019, data del divorzio, "nel regime normativo di base previsto dall'Organizzazione mondiale del commercio, con relazioni paragonabili a quelle che abbiamo ad esempio con la Cina".
Venerdì l'Ue ha concesso due settimane di tempo a Londra per chiarire i suoi impegni in termini di divorzio dall'Ue, facendone una condizione per avviare a dicembre i negoziati sui futuri rapporti commerciali. "Noi speriamo di raggiungere un accordo entro quindici giorni, in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre", ha sottolineato il negoziatore Ue. "Oggi non ci siamo ancora", ha ribadito Barnier.