Naufragio in Tunisia: è strage di donne
Il numero di corpi recuperati mercoledì 10 giugno, dopo l'affondamento di una barca da pesca al largo della Tunisia che trasportava migranti in cerca di una vita migliore, è di 12, tra cui un bambino, 8 uomini e 3 donne di nazionalità dei paesi sub-sahariani. È quanto riporta il sito Tunisie Amerique. Ciò fa salire a 34 il numero totale di corpi trovati da martedì scorso, tra cui 22 donne, 3 bambini e 9 uomini, nonché il tunisino di Sfax e capitano della barca.
I migranti erano diretti a Lampedusa
Nelle ultime ore gli uomini della Guardacoste tunisina hanno trovato altri 12 corpi degli occupanti della chiatta, affondata con più di cinquanta persone che cercavano di raggiungere le coste europee. Al momento, il numero dei corpi recuperati è 34. I migranti, tutti provenienti dai Paesi sub-sahariani, avevano lasciato la costa tunisina in direzione di Lampedusa. Le autorità locali hanno avviato un'indagine per chiarire i fatti, in particolare per quanto riguarda il capitano dell'imbarcazione, un cittadino tunisino.
Tunisa, tra povertà ed emigrazione
Le città della Tunisia meridionale, sia interne che costiere, sono uno dei principali punti di partenza per i migranti dal Paese del Maghreb. La maggior parte di coloro che si avventurano in mare sono giovani tunisini disoccupati che cercano un futuro migliore, fiaccati da un'acuta crisi economica che il Paese sta soffrendo e che ha messo a rischio l'unica transizione democratica sopravvissuta alle "primavere arabe". Secondo le statistiche dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 110.699 persone sono riuscite a attraversare il Mediterraneo nel 2019 (6.000 in meno di un anno prima) e 1.283 sono morte nel tentativo.
Commenti