Non è guerra di religione, la Nato estirpi il totalitarismo islamico
Quella contro l'Isis non è una guerra di religione, ma lo scontro tra democrazia e la nuova manifestazione del totalitarismo
Dopo la strage delle ragazzine di Manchester (per Barack Obama stragi e omicidi di bambini sono gli unici casi in cui la pena di morte è appropriata…), la visita del presidente Usa Donald Trump in Europa impone una risposta decisa. I 28 Paesi della Nato aderiranno all'alleanza anti-Isis anche se non combatteranno direttamente in Siria e in Iraq.
Quella contro l'Isis non è una guerra di religione, ma lo scontro tra democrazia e la nuova manifestazione del totalitarismo (dopo comunismo e nazismo). Nelle democrazie ci sono cattolici, musulmani, protestanti, atei e così via. Nel totalitarismo islamico non sono ammesse differenze, non ci sono autodeterminazione personale, sessuale, religiosa e separazione tra Stato e religione, le donne sono sottomesse agli uomini e via dicendo.
Due azioni. Guerra - nonostante sia orrore - dove ci sono covi dell'Isis. Nei Paesi occidentali: ergastolo per autori di stragi, carcere per chi inneggia all'Isis, multe fino al pignoramento della casa e all'espulsione per le donne col volto coperto o per chi non rispetta i comportamenti occidentali.
La guerra della Nato contro l'Isis tenderebbe anche ad annientare quel clima di connivenza ideologica diffusa tra gli islamici. Ha ragione Edward Luttwak. Si guardi all'analogia col terrorismo in Italia. Questo inizialmente era teoricamente giustificato da parte del movimento operaio (le Brigate Rosse tennero i primi comizi nelle fabbriche). Poi si capì che essi erano degli assassini, tutti presero le distanze, si fece il vuoto e il terrorismo fu sconfitto.