Esteri
“Il piano in 12 punti? Mosca lo respingerà, ma resta una buona base. La guerra finirà solo quando i russi cacceranno Putin”
Parla il professore emerito di Scienza Politica Gianfranco Pasquino

Putin (Foto Lapresse)
Cosa potrebbe davvero convincere Putin a cedere? Ecco cosa dice l’esperto
“Si comincia così, naturalmente: c’è tutto un aspetto legato alle speranze, ma ci sono anche punti concreti su cose che possono e devono essere fatte. È dunque una buona base di partenza, con qualche passo in avanti”. Così Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica, commenta ai microfoni di Affaritaliani il piano in 12 punti proposto dall’Europa e da Kiev per la risoluzione del conflitto russo-ucraino.
Alla domanda se la Russia sia disposta ad accettare il piano, nonostante questo escluda il riconoscimento formale dei territori occupati, Pasquino spiega: “Mosca riterrà praticamente inaccettabile tutto; Mosca non vuole negoziare. Tuttavia, non bisogna in nessun modo cedere qualcosa fin da subito: Bisogna partire da posizioni distanti, perché se si comincia da concessioni immediate, la Russia se ne appropria e continua ad avanzare nella ricerca di altri territori. Quindi è giusto non riconoscere nulla a Mosca, e più in generale non bisogna mai concedere all’aggressore ciò che desidera, a meno che non riesca davvero a vincere”.
E dunque, cosa potrebbe davvero convincere Putin a cedere? Secondo il professore emerito la risposta è chiara: “La Russia deve essere sconfitta: bisogna privarla delle risorse, smettere di acquistare il suo petrolio, colpire le sue aziende. Bisogna rendere la vita impossibile ai russi, così che si ribellino contro Putin. La guerra finirà quando i russi riusciranno a cacciare Putin e quando terminerà dunque anche il regime autoritario”.
Parole forti e nette anche sulla prospettiva, prevista dal piano, di un’adesione accelerata dell’Ucraina all’Unione Europea: “Non credo sia una buona idea un ingresso accelerato. Bisogna però chiarire che le porte dell’Unione europea sono aperte, che siamo disponibili e che riteniamo l’Ucraina un paese europeo che può diventare ancora più europeo entrando nell’Unione; quindi, vanno date all’Ucraina tutte le facilitazioni possibili. Ma non si può farne subito un membro: bisogna avviare la procedura di adesione e prendere tempo.”
Infine, a proposito del ruolo di Trump in questa vicenda, il professore osserva: “L’errore di Trump è pensare di essere più forte, più intelligente e più capace di tutti, e che quindi riesce a convincere Putin semplicemente concedendogli un incontro in Alaska: questo è un errore clamoroso. Trump non capisce che con i dittatori bisogna trattare in modo duro, preciso e chiaro; con quel gesto ha ceduto all’impulso che ha fatto sembrare Putin quasi un amico — invece no: Putin è un nemico e come tale va trattato, e poi si avviano negoziati molto duri e molto netti.”