Esteri
Putin mollato dal suo viceré. Mosca: "Post referendum rischio guerra mondiale"
Il presidente russo sempre più solo. In tanti non approvano la mossa sui referendum. C'è chi fugge e chi lo molla. Ma salgono i rischi di conflitto totale
Putin sempre più solo il suo “viceré” dice no ai referendum
Vladimir Putin continua le dimostrazioni di forza ma in realtà sarebbe sempre più debole. Lo sostiene Repubblica, che scrive che "non tutti gli uomini del presidente sarebbero d’accordo con il voto orchestrato in fretta e furia" riferendosi ai referendum di secessione di alcuni territori ucraini. "Il primo ad avere espresso la sua contrarietà, stando a fughe di notizie dal Cremlino, sarebbe niente di meno che Serghej Kirienko, soprannominato “il viceré del Donbass”, il primo vice capo dell’amministrazione presidenziale incaricato di curare i rapporti con le Repubbliche separatiste nell’Est Ucraina e con tutti i territori ucraini “liberati” dalla Russia", scrive Repubblica.
"Altri esprimerebbero il loro dissenso verso la cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina in maniera più velata. Il primo ministro Mikhail Mishustin con il silenzio, mentre il sindaco di Mosca, Serghej Sobjanin, facendo rimuovere dalla capitale le “Z” a sostegno dell’offensiva", prosegue il quotidiano.
C'è anche chi fugge, come racconta la Stampa. "In Russia intanto i media riferiscono di lunghe code di auto in uscita dal Paese dopo che Putin ha ordinato la mobilitazione dei riservisti, mentre i biglietti dei pochi voli internazionali in partenza dalla Russia nei prossimi giorni vanno verso il tutto esaurito e vedono i loro prezzi schizzare alle stelle".
Sul referendum ci sarebbe la coercizione delle autorità russe che assisterebbero con armi alle operazioni poratte avanti con armi e minacce. Persino minori dai 13 ai 17 anni sono stati coinvolti nelle operazioni di voto nel Donetsk, una delle quattro regioni ucraine occupate dove da ieri sono stati convocati "referendum" che sanciscano l'annessione alla Russia di questi territori. E' quanto Andriy Yusov, un funzionario della Sbu, l'intelligence ucraina, ha riferito alla Cnn. "Non c'e' alcun referendum. E' un'imitazione. I residenti locali lo stanno ignorando", ha affermato Yusov, "alcune persone vengono semplicemente costrette a votare. Ci sono bus con gente portata dalla Crimea per votare".
Biden: "Referendum farsa, non riconosceremo mai risultati". Da Mosca: "Rischio guerra mondiale"
"Gli Stati Uniti non riconosceranno mai territori dell’Ucraina che non sono parte dell’Ucraina". Lo ha dichiarato il presidente Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca con cui ha definito i referendum una "farsa". "I referendum della Russia sono una farsa - ha detto - un falso pretesto per cercare di annettere parti dell’Ucraina attraverso la forza, in flagrante violazione della legge internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite”. “Noi - ha affermato Biden - lavoreremo con i nostri alleati e partner per imporre alla Russia altri costi economici elevati e mirati”. Il presidente ha inoltre confermato che gli Stati Uniti “continueranno a sostenere il popolo ucraino e a fornire aiuti perché si difenda, mentre coraggiosamente resiste all’invasione della Russia”.
Anzi, è possibile che si verifichi una escalation. I falchi americani vogliono aumentare la pressione su Mosca. "Siamo pronti ad imporre rapidi e severi costi addizionali alla Russia assieme ai nostri partner in risposta a queste azioni qualora la Russia procedesse con l'annessione dei territori" dell'Ucraina dove si stanno svolgendo i referendum. A dichiararlo, rispondendo ad una domanda durante il briefing, è stata la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.
In un'intervista al Corriere della Sera, Dmitrj Suslov manda un avviso inquietante: "La Russia considera Stati Uniti e Alleanza Atlantica avversari in questa guerra. Dopo i referendum, il rischio di una Terza guerra mondiale aumenterà in modo esponenziale. Una volta annessi i quattro territori, ogni missile occidentale che li colpisce verrà considerato una dichiarazione di guerra. E mi chiedo se l’Occidente accetterà il rischio di un conflitto mondiale, continuando l’attuale massiccia fornitura di armi a Kiev, oppure se accetterà di ridimensionarla".