Putin e lo spazio vitale russo
Senza dubbio. Ad abbattere nei cieli ucraini il Boeing malese partito da Amsterdam sono stati i miliziani filorussi. 298 vittime, di cui 16 introvabili. Mosca sostiene che volava un caccia ucraino. Kiev nega. Obama invita a consentire che le indagini abbiano libero corso. Questa vicenda riporta in primo piano la figura di Vladimir Putin. Più ci si allontana dall’improvviso dissolvimento dell’Unione Sovietica del 90/91, più ritornano alcune caratteristiche dell’ex impero sovietico. Caratteristiche che si sovrappongono a quelle storiche della “Grande Madre Russia”.
La nascita della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk dimostra come il regime di Putin badi esclusivamente alla sua sopravvivenza. In Russia oggi c’è crisi economica. Proteste, scontento e richieste di diritti civili. E il clima di guerra è un mezzo per superare la crisi di un paese. Un collante sociale.
La volontà di sopravvivenza della Russia di Putin si basa su una sorta di soggezione, di schiavitù economica e mentale di certi popoli abituati al fatto che ci sia un potere lontano che decide e che fa tutto per te. Come un bambino senza autonomia che dipende dalla madre. Davvero incredibile che sia stato così calpestato un Paese, l’Ucraina, tanto affine alla Russia, per cultura, storia e tradizione. Per questo a tutti gli spiriti liberi europei, ai primi morti nelle piazze di Kiev, coloro cioè che invocavano l’Europa e volevano sottrarsi a Mosca, parve adeguato il titolo del Corriere della Sera: “I primi martiri dell’Europa”.
La politica di Putin si basa sullo sfruttamento delle risorse energetiche del paese. Gestite da un’oligarchia che dipende e al contempo alimenta il vertice del potere. Per questo le analisi e le risposte alla questione geopolitica ed energetica russa andrebbero inquadrate in un sistema culturale e storico complessivo. Molti elementi sfuggono agli occidentali. Basti pensare al “Lebensraum”, lo spazio vitale del popolo russo, “eletto” e autorizzato a riscattare ogni terra abitata da connazionali. L’Occidente deve aver ben chiaro che la mentalità russa è particolare.
Più che evocare la strategia hitleriana in Cecoslovacchia nel 1938, da considerare è la qualità da soldati dei russi e la loro capacità di vincere le guerre con una strategia attendista. Si pensi alle sconfitte di Napoleone (1812) e di Hitler (1941). Certo più di tutto inquieta la frase di Angela Merkel: “Putin ha perso il contatto con la realtà”. Merkel, cancelliera della Germania, una nazione che, per fare una citazione letteraria, come scrive Lev Tolstoy in “Guerra e pace”, “da che mondo è mondo non ha mai vinto una guerra”.
Ernesto Vergani