Edward Luttwak: Putin rischia di cadere. Finito il nazionalismo russo
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Edward Luttwak, analista americano di geopolitica e intelligence, commenta con Affaritaliani.it la crisi economico-finanziaria che sta colpendo la Russia. "L'Unione europea e l'Occidente non hanno avuto la forza politica di fermare Putin. In Russia prima c'è stata la fuga dei capitali, poi la fuga dei cervelli con molti esperti russi che sono andati nella Silicon Valley. Adesso che c'è stata questa emigrazione dell'élite e di capitali e con la caduta del prezzo del petrolio l'economia russa, anziché reagire in modo flessibile, ha subito bruttisimi colpi. La Borsa di Mosca precipita perché c'è un vuoto di soldi e di persone. L'Ue e l'Occidente non sono riusciti a fermare Putin e ora è l'economia a fermarlo. Il presidente è molto indebolito ed è a rischio l'equilibrio politico della Federazione".
Che cosa può accadere? "Non ci sarà alcun ritorno al comunismo", spiega Luttwak. "Tutto quello che si chiama comunismo e quindi anche il nazionalismo alla Putin esce indebolito da questa crisi. Ora in Russia è possibile un cambiamento radicale della politica. Se il presidente fa retromarcia rapidamente può ancora salvarsi, con Putin che di fatto sostituisce Putin, ma deve occuparsi di più di welfare e del popolo russo e non pensare alla grandezza della Federazione e alla vittoria strategica. Ma l'autorità e l'autorevolezza di Putin sono già crollate e può anche perdere il potere. E se cade Putin si scredita tutta la linea nazionalista. A quel punto è possibile che in Russia nasca un governo filo-occidentale e filo-europeo".