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Esteri
Bernie Sanders conquista i giovani di New York. Foto

 
Sono andato ad uno dei comizi del candidato presidenziale democratico americano Bernie Sanders, ma non ho voluto essere relegato al ghetto (recinto) dei giornalisti, bensí essere un comune spettatore. Questo perché non c’era tanto interesse ad ascoltare ció che Sanders aveva da dire (dopo numerosi dibattiti e soundbites, ormai si sanno a memoria le sue posizioni), ma per capire il suo rapporto con la gente comune;  il recinto dei giornalisti non avrebbe offerto questa esperienza.
Prima di tutto bisogna parlare della folla: anzi, il mare di folla. Sono arrivato vicino ad una delle entrate del Washington Square Park di Manhattan, luogo del comizio, alle 17:00 esatte, come richiesto dall’invito. La coda per accedere ad uno degli ingressi giá si snodava per due isolati. Gli ingressi si riconoscevano da lontano per i tendoni bianchi allestiti per il controllo della sicurezza.
Camminando lungo i muri assieme agli altri (senza sapere la direzione, ma seguendo il flusso) ci si imbatteva con volontari che offrivano adesivi “Bernie for President”, giornali promozionali, volantini e T-shirts in vendita.
Ad un tratto mi sono ritrovato davanti ad un muro di folla composta principalmente da giovani. Gli anziani erano pochi, come pure gli ispanici e neri. Qua e lá si notavano alcune giovane donne mussulmane (con i capelli coperti). La cosa interessante é che, se paragonati ai partecipanti delle adunate dei ragazzi nel 68, i giovani di Sanders vogliono il dialogo con gli anziani, mentre in passato lo slogan dei sessatottini era di “non fidarsi delle persone oltre i 30 anni”.
Alla velocitá di un metro ogni cinque minuti, sono arrivato ad uno dei tendoni bianchi esattamente alle 19:00. Stare praticamente fermo per due ore compresso tra la folla come sardine é un’esperienza da fare ... almeno per una sola volta. Fortunatamente, per alleviare la monotonia di chi era solo, visto che il luogo del comizio era vicino alla New York University, ogni tanto qualche gagliardo studente saliva su di un palo della luce o per dichiarare ad alta voce il suo amore verso una ragazza o per inveire contro Wall Street che poi é il leit-motif della campagna presidenziale di Sanders.
Un’altra curiositá é che sia Sanders (a sinistra) che il candidato presidenzale Donald Trump (a destra) sono contro Wall Street ed entrambi non accettano contributi da parte delle varie lobby. Peró, mentre Trump si autofinanzia, Sanders dipende dalle donazioni della gente comune. Inoltre, sia Sanders che Trump non sono appoggiati dai rispettivi establishment democratico e repubblicano, fatto importante perché questi controllano i “super delegati” che ai convegni sono l’ago della bilancia per nominare i candidati ufficiali.
Queste elezioni presidenziali sono uniche anche per il fatto che i candidati favoriti dalla gente sono contrastati dall’establishment di entrambi gli schieramenti, e seppur per il voto popolare generale (non quello delle primarie) la favorita dell’establishment democratico, Hillary Clinton abbia  un vantaggio su Trump di soli 2,8%, i sondaggi danno a Sanders il 6%. Secondo questi sondaggi, otto giovani su dieci voterebbero per Sanders e si presume che trascinino anche i loro genitori.
Ascoltando i commenti dei giovani, questi includevano tra l’establishment  anche “The New York Times”, che appoggia apertamente Clinton. Ad inveire contro il quotidiano hanno cominciato dopo che un partecipante aveva letto sul palmare che secondo il “Times” in piazza vi erano “solamente qualche migliaia di persone”, quando in effetti, secondo fonti ufficiali, ve ne erano 30.000. Poi i Tg  delle 22:00 hanno confermato la grande  affluenza,  facendo anche vedere la numerosa folla che non aveva pututo entrare in piazza e si era riversata intorno alle transenne controllate dalla polizia.
Nonostante la buona volontá non sono riuscito ad avvicinarmi al palco, che era circondato da persone arrivate prima di me, e mentre il parco continuava a riempirsi di gente, dopo un breve concerto del complesso musicale “Vampire Weekend”, la manifestazione é iniziata con interventi di personaggi come l’attore Tim Robbins, il regista Spike Lee ed i presidenti dei sindacati dei lavoratori che appoggiano Sanders.
Il candidato presidenziale ha cominciato a parlare alle 20:00, con mezz’ora di ritardo, nel frattempo la bella giornata di sole si era imbrunita ed il freddo cominciava a farsi sentire (quest’anno la primavera tarda ad arrivare a New York), ma tutti erano fermi ad ascoltare Sanders che elencava i problemi causati da Wall Street, da “corporate America” e gli scheletri nell’armadio accumulati da Clinton.

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