Seimila gli europei arruolati dall'Isis. Bimba stuprata dai miliziani
I cittadini europei che sono andati in Siria per unirsi all'Isis o ad altri gruppi jihadisti sono 5-6.000. Lo ha affermato il Commissario europeo per la giustizia Vera Jourova in una intervista a Le Figaro, precisando che la cifra potrebbe essere "fortemente sottostimata".
Ha appena 9 anni una bimba yazida, che e' rimasta nelle mani dell'Isis per diverso tempo e durante la cattivita' e' stata stuprata da almeno una decina di miliziani: ora e' incinta e i medici temono che possa non farcela. La bimba, che e' di religione cristiana, e' stata portata via dall'Iraq da una ong curda ed attualmente e' affidata alle cure di un'organizzazione umanitaria in Germania, scrive il quotidiano britannico The Independent. Secondo Yousif Daoud, un operatore umanitario appena tornato dalla regione, gli abusi subiti hanno lasciato la piccola "traumatizzata mentalmente e fisicamente". Non solo: "E' cosi' giovane che potrebbe non reggere al parto; e anche il taglio cesareo e' pericoloso", ha raccontato al giornale canadese Toronto Star. Quando la bimba e' stata trovata era "in pessime condizioni". "Era stata violentata da non meno di una decina di uomini. La gran parte miliziani che stanno sulla linea del fronte o 'kamikaze', a cui le ragazzine vengono date come ricompensa". L'Isis mercoledi' scorso ha rilasciato 216 yazidi, che aveva tenuto in ostaggio per otto mesi (un rilascio interpretato da alcuni come il frutto della pressione della coalizione internazionale e dell'offensiva di terra irachena). La bimba fa parte di un gruppo precedente, alcune centinaia di donne e ragazzine rapite, che sono rientrate nelle loro terre, il Kurdistan, qualche tempo fa. Anche nel gruppo rilasciato mercoledi' c'erano bambini, una quarantina in tutto.
Il governo italiano intervenga "a livello diplomatico per fare pressioni sull'apertura di corridoi umanitari" nel campo profughi di Yarmouk, in Siria, occupato dal primo aprile dagli jihadisti dell'Isis. E' l'appello lanciato da Ivano Abbruzzi, Presidente di Fondazione L'Albero della Vita onlus. "C'e' ancora silenzio sulle vicende dei bambini imprigionati nel campo di Yarmouk", spiega Abruzzi. "In questa situazione di straordinaria gravita', la comunita' internazionale e l'Italia in testa hanno il dovere di trovare una soluzione tempestiva in termini di aiuto umanitario per riuscire a salvare delle vite umane. Ancora una volta a pagare il prezzo della follia dell'estremismo e dei contrasti piu' cruenti e' la societa' civile e i bambini per primi: coloro che di pace e sviluppo hanno fame e diritto".
Piu' di 7000 bambini sono transitati nei centri di accoglienza de L'Albero della Vita: dall'inizio della crisi in Siria, la fondazione ha accolto migliaia di bambini con famiglie palestinesi nati proprio nel campo profughi di Yarmouk, periferia di Damasco, che hanno raccontato agli operatori i loro estenuanti mesi di fuga dalla guerra siriana insieme ai loro bambini piccoli, le uccisioni dei loro cari, l'espatrio in Egitto e da li', stipati in barconi, l'arrivo in Sicilia per poi fuggire nuovamente in treno, verso Milano e raggiungere i centri di accoglienza de L'Albero della Vita. "Le forze progressive e moderate, in primis quelle nel mondo arabo, hanno piu' che mai oggi necessita' di trovare un posizionamento risolutivo nello scenario del Medio Oriente che sta vedendo sommarsi alle tensioni politiche ormai croniche una nuova stagione di estremismo e barbarie", spiega Abbruzzi. "Assicurare pace, condizioni di vita dignitose, diritti fondamentali e un contesto che permetta ai bambini di crescere passa anche attraverso nuovi modelli di convivenza ed e' una priorita' irrinunciabile" conclude
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