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Esteri
No delle opposizioni siriane all'accordo

"C'è un risultato oggi a Monaco, pensiamo di aver fatto dei progressi. Su tutti e due i fronti, le ostilità e gli aiuti. E questi progressi hanno il potenziale di cambiare la vita quotidiana dei siriani". Con queste parole il segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato che dopo una maratona conclusasi a notte fonda il Gruppo internazionale di sostegno alla Siria ha trovato un accordo. Quindi ha precisato che "gli aiuti umanitari" per le città siriane sotto assedio "dovranno arrivare subito, a partire da questa settimana", mentre la cessazione delle ostilità dovrà aver luogo entro i prossimi sette giorni.

Momenti di tensione. Le trattative, cui hanno preso parte le delegazioni di 17 Stati tra cui l'Italia, sono andate avanti per tutta la giornata e sono state caratterizzate da momenti di tensione, in particolare sulla cessazione delle ostilità. Da una parte i russi che si erano detti disposti a una tregua per il primo marzo, dall'altra Usa e Unione europea che chiedevano lo stop immediato ai combattimenti. Nell'illustrare i contenuti dell'intesa, Kerry e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov avevano annunciato una riunione oggi a Ginevra della task force composta da membri del Gruppo internazionale di sostegno, a cui verrà sottoposto un piano delle Nazioni Unite di interventi umanitari la cui attuazione sarà monitorata dalla task force stessa.

Le opposizioni siriane rifiutano il cessate il fuoco. In mattinata è arrivata però la risposta delle opposizioni siriane in esilio che rifiutano con forza la proposta per un cessate il fuoco. Riad Hijab, presidente dell'Alto consiglio dell'opposizione siriana, la delegazione incaricata di condurre i colloqui mediati dall'Onu con il governo di Damasco, ha affermato che "nessun accordo è possibile fino a quando rimarrà i carica il presidente (Bashar) al Assad e rimarranno in Siria i Pasdaran (iraniani)".

Cosa prevede l'accordo. Nel documento finale si legge che i membri del Gruppo internazionale di sostegno si impegnano a esercitare la loro influenza per una immediata e significativa riduzione delle violenze che porti alla fine delle ostilità in tutta la Siria entro una settimana. Non si parla dunque di un vero e proprio cessate il fuoco e tanto meno della fine dei bombardamenti russi. E in sette giorni Mosca potrà portare a termine la sua offensiva su Aleppo. Kerry ha riconosciuto che l'incontro di Monaco ha prodotto solo impegni sulla carta: "Ciò di cui abbiamo bisogno è vedere nei prossimi giorni azioni sul terreno. Senza una transizione politica, non è possibile arrivare alla pace".

La Russia non cesserà le ostilità. Da parte sua, Lavrov ha detto esplicitamente che la Russia non cesserà gli attacchi aerei perché la fine delle ostilità non si applica allo Stato islamico e ad Al Nusra, il gruppo affiliato ad Al Qaeda. Mosca motiva quindi i bombardamenti con la necessità di fermare i jihadisti, mentre Usa ed Europa accusano il Cremlino di colpire soprattutto le forze dell'opposizione appoggiate dall'Occidente che cercano di rovesciare il regime di Bashar Al Assad.

Assad: "Guerra al terrorismo va avanti. Parigi cambi politica verso Siria". Il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha dichiarato di sostenere i negoziati per una soluzione diplomatica del conflitto in corso ma ha ribadito che non fermerà la guerra al terrorismo. "Noi crediamo fermamente nei negoziati, tuttavia, se negoziamo, non significa che fermiamo la lotta al terrorismo. Le due strade sono inevitabili in Siria", ha affermato in un'intervista esclusiva all'Afp.  L'esercito governativo siriano tenterà di riconquistare tutta la Siria "senza alcuna esitazione", ha assicurato Assad. Tuttavia, ha aggiunto, il coinvolgimento di protagonisti regionali "significa che la soluzione richiederà molto tempo e un alto prezzo". Il presidente siriano ha rigettato definendola "politicizzata" l'accusa di "crimini di guerra" lanciata di recente dalle Nazioni Unite ed accusa l'Europa di essere "la causa diretta" della fuga dei siriani dal loro paese. Assad ha poi inoltre attaccato la Francia: "Deve cambiare politica nei confronti della Siria per combattere il terrorismo": Si è detto inoltre convinto che non spetti al suo Paese fare un "gesto verso" Parigi per migliorare le relazioni. Parigi, ha intimato Assad, deve mettere fine alle sue "politiche distruttive a diretto sostegno del terrorismo".

Italia stanzia 3 milioni. In vista dell'apertura della tregua umanitaria l'Italia ha stanziato tre milioni di euro a favore della Siria. "Si tratta di interventi di emergenza volti a recare sollievo alle sofferenze delle decine di migliaia di civili siriani, in gran parte donne e bambini, in fuga dai bombardamenti e dalle violenze in corso nel nord del Paese, in prossimità di Aleppo", ha detto il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni. Grazie ad un finanziamento di 2 milioni di euro, il Programma Alimentare Mondiale (PAM), potrà assicurare la distribuzione di cibo (legumi, riso, zucchero, farina, olio vegetale) ai profughi - oltre 30.000 secondo le stime delle Nazioni Unite - in fuga verso la frontiera turca dai villaggi del Governatorato di Aleppo. Un ulteriore intervento - dell'importo di 1 milione - verrà affidato all'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento delle attività umanitarie (OCHA), per l'acquisto e la distribuzione di generi di conforto (tende, stufe, combustibile, beni per l'igiene personale). Il contributo italiano - definito di intesa con l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) - si inserisce nel quadro dell'impegno complessivo annunciato in occasione della Conferenza dei donatori di Londra del 4 febbraio scorso, che prevede un piano di interventi triennale di 400 milioni di dollari per progetti umanitari e di sostegno allo sviluppo della Siria ed ai Paesi della regione.

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