Usa/ Kerry: "Non ripeteremo l'esperienza dell'Iraq in Siria"
"Non ripeteremo l'esperienza dell'Iraq in Siria": lo ha affermato il segretario di Stato Usa, John Kerry, nella sua dichiarazione ritardata dalla presenza del segretario alla riunione di Obama con il Consiglio di Sicurezza. L'attacco lealista con missili al gas nervino del 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco ha provocato la morte di almeno 1.429 persone, tra cui come minimo 426 bambini: lo ha denunciato il segretario di Stato americano John Kerry, citando la stima fatta dall'intelligence Usa sulla base delle informazioni raccolte. Si tratta di un numero di vittime persino superiore a quello indicato da ribelli e forze di opposizione, che avevano parlato di oltre 1.300 persone uccise.
L'intelligence Usa ha una "elevata certezza" del fatto che il 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco il governo siriano compi' un attacco con armi chimiche servendosi di un agente nervino: lo ha affermato il segretario di Stato americano John Kerry, aggiungendo che i missili impiegati nella circostanza furono lanciati esclusivamente da siti controllati dalle forze fedeli al regime.

BONINO, SI RISCHIA UNA DEFLAGRAZIONE MONDIALE - Nel caso di un intervento militare in Siria "si rischia una deflagrazione mondiale": e' l'avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri, Emma Bonino, in un collegamento con Sky Tg24. "La Siria reagira' e dobbiamo temere come possano reagire Hezbollah, Russia e Iran", ha osservato, "insomma, da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di una deflagrazione addirittura mondiale". "Si parla di attacchi mirati, ma e' chiaro che tutti cominciano come attacchi mirati e senza un mandato dell'Onu", ha osservato la titolare della Farnesina ammonendo che, a differenza di quanto accadde con la Serbia nel 1999 dopo i bombardamenti per il Kosovo, la risposta rischia di avere implicazioni regionali e addirittura globali. "Anche se sembra piu' lento, piu' duro e a volte sembra non riuscire, la tenuta della pressione diplomatica e della politica e' l'unica soluzione perseguibile" ha insistito Bonino. Senza un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha aggiunto, un intervento rischia di aggiungere "nuove complicazioni e nuove lacerazioni". "Quello che e' in corso in tutta quella parte del mondo e' uno scontro micidiale nell'intera famiglia musulmana e all'interno della famiglia sunnita", ha osservato Bonino, "quindi ci troviamo di fronte a una complessita' che va analizzata", che "aggiunge allo scontro tradizionale sunniti-sciiti uno scontro micidiale all'interno della famiglia sunnita. Risultato: il tutto e' una vera polveriera, a volte non e' proprio saggio buttare dei fiammiferi in una polveriera".
HOLLANDE NON ESCLUDE ATTACCO PRIMA DI MERCOLEDI' - Il presidente francese, Francois Hollande, non ha escluso che un eventuale intervento militare contro la Siria possa avvenire prima di mercoledi', il giorno in cui e' fissata la seduta straordinaria dell'Assemblea nazionale francese per discutere dell'operazione. Il titolare dell'Eliseo lo ha precisato in un'intervista a Le Monde. "La Francia vuole un'azione ferma e proporzionata contro il regime di Damasco", ha dichiarato Hollande.La Francia e' pronta a partecipare ad un'eventuale azione armata contro il regime siriano anche senza la Gran Bretagna. Lo ha affermato il presidente Francois Hollande, precisando tuttavia che la Francia non si muovera' senza un'adeguata base giuridica che giustifichi l'intervento. Hollande ha ribadito che il crimine commesso dal regime non puo' restare impunito. In una intervista al quotidiano Le Monde, il presidente francese ha spiegato assicurato che sosterra' un'azione punitiva "ferma" per un attacco che ha causato un "danno irreversibile" al popolo siriano. Commentando il voto del Parlamento britannico, che ha bocciato la mozione interventista del premier David Cameron, Hollande ha affermato che "ogni Paese e' sovrano e decide se partecipare o meno ad una operazione. Questo vale per la Gran Bretagna e per la Francia".
Il Parlamento britannico ha detto no all'intervento del governo a sostegno di un eventuale intervento in Siria. Londra. La mozione del governo del premier David Cameron e' stata bocciata con 285 voti contro 272. "Agiro in accordo con il Parlamento" ha commentato subito dopo il voto Cameron.
SIRIA: USA, DECISIONE SU ATTACCO SOLO PER NOSTRI INTERESSI - Gli Usa hanno precisato che ogni decisione su un eventuale attacco in Siria sara' presa solo nell'interesse americano. Dopo che il Parlamento britannico ha bocciato una mozione del premier David Cameron in favore dell'azione militare contro il regime, un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa ha affermato che "un eventuale decisione del presidente Barack Obama sara' presa solo nei migliori interessi degli Usa. Obama crede che ci siano in gioco interessi fondamentali per gli Stati Uniti e, inoltre, i Paesi che violano
SIRIA: MILIBAND, INTERVENTO NON E' PIU'IN AGENDA - "Un intervento militare britannico in Siria ora non e' piu' in agenda". Cosi' il leader laburista all'opposizione Ed Miliband dopo che il Parlamento britannico ha bocciato una mozione del premier David Cameron a favore di un azione militare contro il regime di Assad. Ieri in giornata i laburisti avevano annunciato che avrebbero votato contro la mozione, definendola "piuttosto opaca" e silente sulla necessita' di avere le prove che il presunto attacco chimico del 21 agosto sia stato ordinato dal presidente siriano.
SIRIA: USA, CONTINUIAMO A CERCARE COALIZIONE INTERNAZIONALE - Nonostante siano rimasti orfani del loro alleato piu' forte dopo che il Parlamento britannico ha bocciato l'intervento del governo a sostegno di un eventuale azione militare in Siria, gli Usa continuano a cercare una "coalizione internazionale" per rispondere al presunto attacco con armi chimiche del regime il 21 agosto. Lo ha assicurato il segretario alla Difesa Chuck Hagel. "Il nostro approccio e' quello di continuare a trovare una coalizione internazionale che agira' di concerto", ha detto il capo del Pentagono in una conferenza stampa a Manila.
SIRIA: USA, CONTINUIAMO A CERCARE COALIZIONE INTERNAZIONALE - Hagel ha precisato che Washington rispetta la decisione del Parlamento britannico, che ieri sera con 285 voti contro 172 ha respinto una mozione del premier David Cameron. "Ogni Paese ha la responsabilita' di prendere le proprie decisioni", ha affermato Hagel, sottolineando che gli Usa continueranno a consultarsi con Londra cosi' come con tutti gli alleati. Questa consultazione - ha spiegato - comprende le modalita' per andare avanti insieme nel rispondere a questo tipo di attacco con armi chimiche in Siria".
SIRIA: USA, INTERCETTAZIONI PROVANO USO ARMI CHIMICHE REGIME - Intercettazioni di comunicazioni telefoniche tra funzionari siriani confermerebbero l'uso di armi chimiche in Siria da parte delle forze del presidente Bashar al-Assad. Sarebbero nuove prove in possesso degli Usa. Durante una conference call dei leader del Congresso con rappresentanti dell'amministrazione, alcuni parlamentari hanno riferito che ormai "non ci sono dubbi" che le armi chimiche siano state utilizzate in Siria, e dal governo di Assad. Il parlamentare Eliot Engel della Commissione Affari esteri della Camera ha assicurato che le nuove prove sono "comunicazioniintercettate tra esponenti siriani di alto livello".