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Esteri
Trump nelle ‘sabbie mobili’ tra pandemia, proteste e il silente Joe Biden
(fonte Lapresse)

Pandemia, disordini e violenze in molte città americane contro il razzismo, l’economia in peggioramento e un avversario che fa una campagna solo virtuale a cui Trump al momento non sa rispondere, sono questi i nemici imprevisti del Presidente a pochi mesi dalle elezioni. Nemici che lo stanno sempre più stringendo in una morsa soffocante.

Un insieme di ‘iatture’ che ha portato il gradimento del repubblicano, in tutti i sondaggi, a ben 15 punti di distacco a favore di Joe Biden.

Ormai non sono più campanelli d’allarme ma sembrano sempre di più rintocchi di campane a ‘morto’.

Per questo dopo aver ‘defenestrato’ il suo capo della campagna Brad Pascale, Trump sta cercando di recuperare la scena almeno su due punti prioritari: la gestione della pandemia e la violenza nelle città.

Per questo sta cercando di utilizzare il potere della Casa Bianca e governare per decreti.

Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, fino a due giorni fa, Trump non aveva mai indossato in pubblico la mascherina ‘ non posso incontrare Ministri-ripeteva-re o regine con addosso una maschera'. Ora ha deciso di metterla e consigliarla sostenendo che ‘ è un atto patriótico’.

Dopo aver negato e poi sottovalutato lo sviluppo della pandemia ora, alla luce della crescita dei contagi, nella prima conferenza stampa di crisi ripristinata in tutta fretta ha confermato che ‘la situazione peggiorerà prima di poter migliorare ma è importante indossare la mascherina ed evitare gli assembramenti’. 

Al tempo stesso ha chiesto a gran voce la riapertura ad agosto delle scuole. I tre Stati repubblicani che su sua indicazione hanno riaperto prima del tempo, Texas, Florida e Arizona ora si confrontano con una crescita esponenziale dei contagi.

Un ‘modus operandi’ che sta solo a dimostrare come la spinta propulsiva delle decisioni sia più legata al gradimento dell’elettorato che alla soluzione del problema. 

Il tema della violenza nelle grandi città , da Portland in Oregon, a Chicago, a New York a Detroit e Philadelphia è un altro argomento che il tycoon non vuole farsi scappare e soprattutto cerca di mettere sul tavolo dell’opinione pubblica.E’ sicuramente vero che le proteste stanno superando i limiti ma le scelte di Trump sembrano essere sproporzionate rispetto alla realtà.

Il suo mantra ‘Law & Order’ non può venire cancellato da orde di giovani che rompono vetrine e buttano giù statue ed allora è necessario mandare i Corpi Speciali, la Polizia di Frontiera e i Marshall per ristabilire l’ordine in città (quasi tutte in mano ai dem). Città che, secondo Trump, sono fuori controllo e in mano a bande criminali. Enfatizzare il problema e poi risolverlo, la strategia.  Peccato però che il Sindaco della città di Portland insieme alle madri di molti giovani arrestati ha chiesto ai Corpi Speciali, che hanno preso troppo alla lettera il mandato di fermare le proteste di andarsene dalla città.

Decisioni contrastanti a raffica che, invece di pacificare il Paese, lo continuano ad agitare. 

Così come il blocco dei visti per molti studenti che avrebbero voluto studiare in ottobre in USA, o la decisione, rigettata dal Tribunale Supremo, di togliere ai 700000 american dreamer, (giovani arrivati da piccoli nel paese senza documenti), la copertura della legge Obama e quindi di poterli estradare.

Dal punto di vista economico la nuova battaglia al Senato è sul secondo pacchetto di aiuti per l’economia ( il vecchio scadrà al 31 luglio). Se non si riuscirà a trovare un accordo milioni di famiglie potrebbero essere,ad agosto, in grandissime difficoltà. 

Ma quello che irrita maggiormente il Presidente è il suo avversario, Joe Biden, che seduto sulla sponda del fiume, lo vede ‘annaspare’ sempre di più e, senza fare molto, sta guadagnando consensi a vista d’occhio.

E questo per Trump, che considera Biden ‘incompetente per assumere la carica di Presidente’ è davvero troppo.

 

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