Usa, aumentano i repubblicani anti-Trump
Condoleezza Rice: Donald deve lasciare
Si allunga di ora in ora la lista dei senatori e degli esponenti del partito repubblicano che hanno deciso di non appoggiare Donald Trump chiedendo a gran voce le sue dimissioni. Ultimo, ma non per importanza, John Thune, presidente della Repubblican Conference del Senato americano, l'organizzazione ufficiale che rappresenta i senatori in Congresso, che su Twitter sembra non dare altre chance al magnate: "Donald Trump deve ritirarsi e Mikel Pence deve diventare il nostro candiadto con effetto immediato". La lista degli anti-Trump nata dopo la diffusione di un video del 2005, in cui pronuncia frasi esplicitamente sessuali, volgari e offensive nei confronti delle donne, conta due governatori, 10 senatori e 11 deputati guidati dall'ex candidato alla presidenza John McCain, e dall'ex segretaria di Stato, Condoleezza Rice.
Una fronda che lo stesso Trump ha definito di 'ipocriti moralisti' in un ennesimo tentativo di mantenere la sua candidatura alla Casa Bianca. Una nomina, però, sempre più in bilico. Secondo la Cnn, il Republican National Committee (RNC), l'organo che governa e supervisiona le questioni del Partito Repubblicano, ha smesso temporaneamente di inviare materiale propagandistico in favore di Trump agli elettori. Secondo fonti Repubblicane citate dall'emittente, l'Rnc starebbe addirittura considerando di interrompere i finanziamenti alla campagna di Trump per concentrarsi esclusivamente sulle altre elezioni che riguardano il partito nei vari stati (l'8 novembre si voterà anche per rinnovare la Camera e parte del Senato, e dodici governatori statali).Anche i sondaggi non sembrano essere dalla parte del magnate newyorkese: secondo una rilevazione dell'Abc, circa il 43% degli americani sostiene che Donald Trump debba abbandonare la corsa presidenziale. A causa del video scandalo, il 53% degli intervistati ha affermato di essere oggi meno sicuro di volersi recare alle urne per votare Trump, mentre per il 46% la vicenda non influenzerà il proprio voto. Il 2% ha invece confermato che il video li spinge ancor di più a votare per il magnate. Il sondaggio rivela anche un divario di genere nel voto: il 62% delle donne si sente meno propensa a votare per Trumo mentre il 55% degli uomini ritiene che il video non farà alcuna differenza sulle intenzioni di voto.