Esteri
Usa, Donald Trump celebra i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca
"Il mondo ha capito il messaggio". Discoso trionfale Harrisburg, Pennsylvania
Harrisburg, Pennsylvania. Nel discorso per i cento giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump si presenta col volto trionfante davanti ad una platea che lo applaude e, quando parla di immigrazione, gli grida: "Costruisci il muro". "Lo avrete il muro, andate pure a riposare tranquilli", risponde il presidente americano, che ricambia l'assist della folla per parlare di "droga e criminali" che sono stati messi al bando e che invece i democratici, nella parole del tycoon, non erano riusciti ad arginare: "Loro - ha detto riferendosi ai rivali politici - non hanno una leadership al congresso". Anche Obama viene sbeffeggiato: "Per tre anni ha lavorato senza risultato alla liberazione di una donna americana imprigionata in Egitto, io ho incontrato Al Sisi e l'ho riportata a casa". E un affondo sull'Obamacare: "Sta morendo, cancelleremo quel disastro".
"Esiste un posto come il comizio di Trump? Lo avete mai visto?", chiede soddisfatto alla gente. "Non ci fermeremo finché l'Isis non sarà distrutto e i terroristi islamici radicali li terremo ben lontani dal nostro Paese", dice parlando della lotta al califfato. Sul tema dell'immigrazione, suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, afferma che "il mondo ha ricevuto il messaggio" e che ora "le esigenze dei cittadini americani sono al primo posto: entrerà nel Paese solo chi lo ama".
Lungo è l'elenco dei risultati rivendicati. Le 29 leggi firmate ("un record dai tempi di Truman"), i 600mila posti di lavoro, i record del mercato azionario. "Ho mantenuto le promesse", rivendica il presidente. E affonda il colpo su quello che ancora vuole fare. A partire dall'annunciata bocciatura dell'accordo sul clima: "Presto sull'accordo di Parigi sul clima negoziato da Barack Obama prenderò una grande decisione, non possiamo accettarlo così com'è", ha detto a proposito dell'incontro tra i consiglieri del presidente americano previsto per martedì prossimo, per discutere l'eventuale ritiro degli Usa dall'intesa siglata in seno alle Nazioni Unite.
Ha parlato anche di Corea del Nord, poi, sottolineando l'alleanza con la Cina: "Ci sta aiutando, è una grande cosa. E Xi è un brav'uomo". E Trump ne ha approfittato anche per polemizzare con la stampa e gli analisti politici che contestano il suo operato. Dopo aver definito i media una "fabbrica di fake news", ha detto riferendosi alla tradizionale cena dell'associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, da lui disertata: "La politica di Washington e i media sono stasera riuniti insieme ma il presidente non c'è. Ha preferito passare la serata con persone molto migliori". Attacchi che hanno avuto una coda polemica: "Siamo qui stasera come sempre per celebrare la libertà di stampa e il buon giornalismo, non per celebrare la presidenza", ha affermato Jeff Mason, presidente dell'associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, aprendo la tradizionale cena dei corrispondenti a cui Donald Trump ha deciso di non partecipare.
"Come si può vedere la serata è sold out", è stata la frecciata di Mason che ha poi aggiunto, provocando una standing ovation: "Non siamo fake news, e non siamo il nemico del popolo americano. Un attacco a noi è un attacco a tutti gli americani".