Usa, nei Repubblicani fronda anti Trump. Più di 100 membri: "Siluratelo"
Più di 100 membri del Partito repubblicano chiedono al partito di silurare Trump
MALUMORI INTORNO A TRUMP
I malumori interni del Partito repubblicano, deluso dai risultati e dai toni del proprio candidato, continuano ad aumentare. Più di 100 membri del Gop hanno firmato una lettera in cui chiedono esplicitamente al Repubblican National Committee - il comitato politico che - tra le altre cose - coordina la raccolta fondi per le elezioni - di sospendere il proprio appoggio a Donald Trump, dirottando invece i fondi verso le elezioni per il Congresso. "Crediamo che il carattere divisivo, imprudente, incompetente e altamente impopolare di Donald Trump rischi di trasformare questa elezione in una deriva di voti a vantaggio del Partito democratico", si legge nella missiva lunga due pagine. "Solo un immediato spostamento di tutte le risorse disponibili del partito in sostegno della fragile campagna per il Senato e per la Camera impedirà al Gop di annegare, trascinato verso il fondo da un'ancora con lo stemma di Trump appesa al proprio collo".
I REPUBBLICANI VOGLIONO MOLLARE DONALD
Il promotore dell'iniziativa è stato Andrew Weinstein, l'addetto stampa dell'ex speaker della Camera Newt Gingrich. Accanto al suo nome si leggono quelli di almeno 27 ex funzionari del partito, tra cui i deputati Scott Rigell e Reid Ribble. La lettera segue di sole due settimane un'altra presa di posizione esplicita contro il candidato repubblicano. Ad inizio agosto, 50 esperti repubblicani di sicurezza nazionale hanno infatti sottoscritto una violenta reprimenda ai danni del magnate, definendolo inadeguato per lo Studio Ovale: "Siamo convinti che sarebbe il Presidente più sconsiderato della storia degli Stati Uniti". A spingere diversi membri repubblicani ad un'esplicita presa di distanza sono stati i sondaggi stagnanti delle ultime settimane, a cui si somma l'apparente incapacità di Trump di moderare i propri toni. A sottolinearlo è stata nei giorni scorsi la senatrice repubblicana del Maine Susan Collins, che ricordando i suoi recenti insulti contro i genitori di fede musulmana di un eroe di guerra americano ha dichiarato di non essere più disposta a votare per lui. Trump non sembra però disposto ad invertire rotta. "Non intendo cambiare. Tutti parlano di questo, ma io non voglio tornare sui miei passi. Bisogna essere fedeli a se stessi. Se cominci a cambiare, significa che non sei onesto con le persone", ha detto ieri Trump. Separatamente il Boston Globe chiede che la Clinton Foundation smetta di accetare donazioni e se la rivale democratica Hillary diventerà il prossimo presidente Usa la fondazione fondata dai Clinton dovrebbe chiudere.