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Esteri
Usa, il Senato vota la fine dello shutdown. Ok fondi fino all'8 febbraio

Il Senato ha approvato la fine dello shutdwon, ovvero la riapertura delle attivita' dell'amministrazione federale. Il provvedimento tornera' alla Camera dei Rappresentanti che dovrebbe approvarlo per farlo arrivare sul tavolo del presidente Donald Trump entro oggi. L'opposizione democratica ha accettato di appoggiare il piano dei repubblicani per far ripartire le attivita' governative ma con finanziamenti solo fino all'8 febbraio. Per ottenere il via libera dei democratici, il leader di maggioranza in Senato, il repubblicano Mitch McConnell si e' impegnato entro l'8 febbraio a delineare una misura che affronti anche la questione dell'immigrazione, posta dal partito dell'Asiello come condizione per approvare il bilancio.

 

Usa: shutdown, vincono i dem moderati, perde ala piu' liberal

 

La politica americana archivia lo shutdown con la firma del presidente Donald Trump sulla legge, approvata dal Congresso, che mette fine al blocco delle attivita' federali e garantisce i fondi necessari fino al prossimo 8 febbraio. Passato l'incubo paralisi, pero', e' tempo di fare i conti, distinguendo tra trionfatori e perdenti in questa battaglia convulsa che ha poi portato all'accordo finale. Per Chris Cillizza di Cnn, a grandi linee i vincitori sono gli impiegati federali che potranno tornare finalmente a lavoro; a perdere invece sono senza dubbio i giovani 'Dreamers', i beneficiari del Daca (Deferred action for childhood arrivals, la tutela concessa da Obama e cancellata da Trump ai bambini portati clandestinamente negli Usa da genitori immigrati irregolari). Anche sul terreno dei giochi politici, la battaglia ha consegnato alla storia vincitori e perdenti. Della prima categoria, spiega Cnn, fa parte sicuramente Mitch McConnell, leader della maggioranza repubblicana al Senato, che ha guidato i negoziati con i democratici. Con lui Lindsey Graham, senatore della Carolina del Sud, uno dei piu' attivi nello sforzo di raggiungere un accordo. Ci sono poi anche i cosiddetti democratici del 2018, ovvero coloro che correranno quest'anno negli Stati in cui Trump ha vinto nel 2016. Il fatto che abbiano spinto per un accordo con la controparte, gli ha evitato le accuse di aver causato una paralisi piu' grave e piu' lunga. Stesso discorso per i moderati di entrambi gli schieramenti. Ha vinto anche Davos, perche' in caso di un protrarsi dello shutdown, Trump sarebbe stato costretto a cancellare il suo viaggio al World Economic Forum. Il grande sconfitto resta Chuck Schumer, a capo della minoranza democratica al Senato, attaccato sia da destra che da sinistra per il modo in cui ha condotto le trattative, la cui leadership risulta piuttosto ammaccata. Tra i perdenti anche i democratici del 2020, ovvero coloro che sono in prima fila per le prossime primarie presidenziali, tra cui, Kamala Harris della California, Cory Booker del New Jersey, Kirsten Gillibrand di New York, Bernie Sanders del Vermont ed Elizabeth Warren del Massachusetts. Ma ha perso anche la Camera, a discapito del Senato che ha invece giocato la vera partita.

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