Virus. Il Congresso non decide e Trump perde la pazienza
‘La cura non puo’ essere peggiore del male’ tuitta il tycoon
Mentre l’epidemia negli Stati Uniti avanza (43000 contagi,561 vittime,176 ricoverati) facendo dello Stato di New York l’epicentro del focolaio ( il 50 % dei contagi di tutto il Paese) il Congresso per la seconda volta decide di non decidere il pacchetto da due bilioni di dollari destinato a dare ossigeno e spinta all’economia.
Per la seconda volta i democratici hanno fatto saltare il banco e domani ( oggi in Italia) si andrà avanti nella discussione sperando in un terzo voto, stavolta buono.
Per avere il via libera il piano deve avere 60 senatori su 100 a favore e nel secondo voto si è avuta una inutile parità, 47a 47. Secondo i democratici il piano sottoposto non garantisce abbastanza i lavoratori e gli impiegati delle imprese da salvare.
Il Congresso non decide il super piano di aiuti e Trump perde la pazienza
Nel programma sono previsti un invio massiccio di assegni fra i 1200 dollari per gli adulti e 500 dollari per i minori.
350000 milioni destinati alle piccole medie imprese per aiutarle a risollevarsi.
E poi un allargamento della assistenza sanitaria, uno dei punti più delicati ,e 500000 milioni di dollari dedicati a prestiti alle imprese.
Alla fine l’accordo si farà perchè le previsioni dell’economia, una su tutte quella di Goldman Sachs che prevede una caduta del PIL del 24% nel prossimo quadrimestre, sono davvero nere. Morgan Stanley prevede un 30% di calo e leggermente più ottimista JP Morgan, solo un 14%.
Le previsioni preoccupano i lavoratori molti dei quai già licenziati e tanti altri in procinto di esserlo.
Per versi diversi tali cieli oscuri preoccupano pure il Presidente Trump che sa di giocarsi, in questa crisi, la sua rielezione. Se l’economia forte fracasa, cadrebbe immediatamente il suo cavallo di battaglia.
E nella quotidiana press conference dell’unità di crisi il tycoon non ha nascosto il suo nervosismo ma soprattutto la sua impazienza di finirla presto con questa pandemia.
‘Non dobbiamo permettere alla cura di diventare peggiore del male. Alla fine dei 15 giorni prenderemo una decisione su dove dobbiamo andare , non possiamo tenere la ‘social distancing’ a lungo’.
E su quest’ultima frase il 100% dei sanitari, dei Governatori dei 50 Stati e soprattutto il direttore dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive e capo sanitario dell’unità di crisi, Anthony Fauci (sebbene non presente) dovrebbero sicuramente aver avuto un forte attacco di ansia.
Commenti