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Auto elettriche, dominio Cina: scende in campo anche il colosso Xiaomi
Auto elettrica Xiaomi

Xiaomi, dagli smartphone alle auto elettriche: pronta la berlina SU7

La Cina cala un nuovo asso nella sfida globale sulle auto elettriche, una sfida sulla quale i colossi di Pechino si trovano peraltro già in vantaggio. Xiaomi, il terzo produttore di smartphone al mondo, sta per lanciare ufficialmente il suo primo veicolo elettrico, lo Xiaomi SU7, e svelarne il prezzo. Appuntamento previsto per giovedì 28 marzo, il primo passo con cui Xiaomi ha fissato l'obiettivo interno di diventare uno dei primi tre marchi di auto di lusso elettriche pure del settore.

C'è grande attesa, anche perché il fondatore dell'azienda Lei Jun ha dichiarato che la versione standard dello Xiaomi SU7 ha molte più configurazioni della Model 3 di Tesla. Xiaomi ha già anticipato che 59 dei suoi negozi in 29 città del Paese accetteranno ordini per la sua nuova berlina. Secondo le anticipazioni di media cinesi e non solo il prezzo della SU7 dovrebbe essere sotto i 500.000 yuan (69.328 dollari). Questo la metterebbe in competizione con aziende del calibro di Tesla in Cina, la cui Model S di Tesla parte da 698.900 yuan.

La berlina di Xiaomi sarà dotata, secondo l'azienda, di una tecnologia di "super motore elettrico" in grado di garantire un'accelerazione più rapida rispetto ai veicoli elettrici di Tesla e Porsche. Secondo gli analisti, il sistema operativo condiviso con i popolari telefoni e altri dispositivi elettronici di Xiaomi ha grandi potenzialità per fare presa sui clienti attuali dell'azienda. Xiaomi ha cercato di diversificare il suo business principale verso i veicoli elettrici a causa della stagnazione della domanda di smartphone.

Dopo tre anni di preparativi, ora il gigante dell'elettronica è pronto a entrare in un mercato di alto valore e considerato strategico. Sul piatto ci sono circa dieci miliardi di dollari che Xiaomi dice di voler investire sul settore della mobilità elettrica nel giro di un decennio. Le sue auto saranno prodotte da un'unità della casa automobilistica statale BAIC Group, in uno stabilimento di Pechino con una capacità annua di 200 mila veicoli.

Il dominio cinese nel settore strategico delle auto elettriche

Xiaomi si troverà a competere non solo con Tesla, ma anche con una serie di case automobilistiche cinesi, tra cui il gigante BYD, Nio, Xpeng e Li Auto. Le vendite di veicoli elettrici in Cina sono aumentate del 18% nei primi due mesi del 2024, non lontano dalla crescita del 21% raggiunta a livello annuale per tutto il 2023. Quest'anno la competizione sembra peraltro destinata a diventare ancora più agguerrita, come dimostra il fatto che il leader di mercato BYD ha condotto una serie di profondi tagli dei prezzi per cercare di conquistare i consumatori a fronte di una domanda interna più debole. 

Ma nel frattempo i produttori cinesi guardano sempre di più al mercato internazionale. Dopo alcune voci sull'Italia, col governo italiano interessato ad attrarre nuove case automobilistiche tra Mirafiori e non solo, BYD ha da poco annunciato il piano di aprire un impianto di produzione in Messico, proprio alle porte degli Stati Uniti. A Washington guardano con qualche sospetto alle auto elettriche cinesi. Recentemente, il Dipartimento del Commercio americano ha aperto un’indagine per verificare se le auto di fabbricazione cinese importate nel paese rappresentino una minaccia per la sicurezza nazionale.

Anche in Unione Europea le auto elettriche cinesi sono sotto la lente di ingrandimento, come dimostra l'indagine avviata da Bruxelles sui presunti sussidi per (potenzialmente) introdurre nuovi dazi. Da qualche settimana, l'Ue ha peraltro introdotto l'obbligo di registrazione doganale per applicare (sempre potenzialmente) i dazi anche in modo retroattivo. Si sta parlando di un mercato gigantesco. La Cina resta il primo paese di provenienza per le auto importate in Europa, con una crescita del 40% per quantità e del 37,1% per valore. Con Xiaomi, scende in campo un nuovo peso massimo.






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