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Covid 19, Famiglia Olivini affianca "SOStieni Brescia, dona per la tua città"

In tempo di #Io resto a casa per l’emergenza Coronavirus, Famiglia Olivini sceglie di supportare l’iniziativa, ideata dal Comune di Brescia e promossa da Ambra Angiolini, Francesco Renga e Fabio Volo, “SOStieni Brescia, dona per la tua città”: per ciascuna bottiglia acquistata, partendo da un minimo di sei, viene donato un euro per aiutare le fasce più fragili della popolazione di uno dei territori più colpiti dalla pandemia.

Tra le referenze della cantina Famiglia Olivini, che da cinquant’anni esatti produce vino in un territorio, quello posto a sud del Lago di Garda, vocato alla vinificazione del Lugana, merita sicuramente una particolare attenzione il Demesse Vecchie. Si tratta di un Lugana Doc in purezza prodotto esclusivamente dalle uve raccolte, dopo una surmaturazione in pianta e una successiva selezione dei grappoli, in un vigneto di oltre cinquant’anni, di proprietà dell’azienda. Il lungo affinamento sulle fecce nobili ed il successivo riposo in bottiglia regalano al vino profumi eleganti e maturi. Di questa cru solo un 10% riposa in barriques. Dal colore giallo paglierino, il Demesse Vecchie si presenta con un gusto pieno e rotondo, supportato da una solida struttura e da una notevole persistenza. Eccellente con primi e secondi piatti a base di pesce, con carni bianche, formaggi a pasta dura o molle di media stagionatura. Ma come degustare al meglio il Demesse Vecchie in questo periodo di permanenza forzata a casa? Per rispondere alla domanda con consigli pratici Fabrizio Albini, chef del “Bianca sul Lago” di Oggiono (LC) ha ideato una gustosa ricetta, facile da replicare: uno spaghetto di grano Matt con merluzzo, peperoncino e yogurt, semplice da realizzare.

A proposito di Famiglia Olivini                                                                                                                                                 La storia della cantina prende vita dalla passione di un imprenditore bresciano per la campagna. Era il 1970 quando tutto ebbe inizio e quello che un tempo era forse solo un hobby oggi, grazie al passaggio di consegne ai nipoti nel 1999, è un progetto in continua crescita ed evoluzione. Giorgio, Giordana e Giovanni, i nipoti, scelgono quotidianamente di condividere un legame che i genitori Graziella e Giulio da anni sentono per questa terra. Una passione sincera, la stessa che la famiglia ripone per l’attività siderurgica, per un patrimonio trasmesso dai nonni. Il percorso dell’azienda si lega a quello professionale dell’enologo Antonio Crescini che da oltre vent’anni segue l’attività in vigna e la produzione in cantina. Produzione che è diversificata nei Lugana Doc (che comprende il metodo classico), Chiaretto, rosè e vini rossi. La gamma si completa con tre grappe e un olio.

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