Negli allevamenti 1 salmone su 2 è sordo - Affaritaliani.it

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Negli allevamenti 1 salmone su 2 è sordo

La colpa è nella velocità di crescita

Scatta l'allarme salmoni. Uno su due è sordo e il fatto è preoccupante per più di un motivo. Adesso però un gruppo di ricercatori dell’Università australiana di Melbourne ha capito perché indicando la via per correre ai ripari.

I pesci e quindi anche i salmoni - si legge su http://www.ilfattoalimentare.it - possono nascere con una deformità che li porta alla sordità più o meno totale; ciò avviene quando gli otoliti, formazioni ossee composte da un minerale chiamato aragonite, contengono soprattutto un altro minerale, chiamato vaterite, che è più leggero e forma cristalli più grandi e instabili. Piccole variazioni, che possono comportare serie conseguenze.

La presenza di vaterite nei pesci allevati è nota fino dagli anni '60, ma nessuno ne aveva mai capito la reale diffusione né individuato le cause. Alcuni anni fa lo stesso gruppo di Melbourne ha dimostrato che interessa, in misura più o meno accentuata, circa il 95% dei pesci allevati, e ora è andato molto oltre: innanzitutto, riproducendo le condizioni degli allevamenti e verificando l’importanza di diverse variabili quali la temperatura dell’acqua, la dieta, il corredo genetico, l’esposizione alla luce, il rumore e altro, e poi controllando oltre mille campioni provenienti da allevamenti di Norvegia, Cile, Scozia, Australia e Canada.

I salmoni di allevamento hanno un’incidenza di vaterite tripla rispetto a quelli selvatici e che la causa predominante è collegata alla velocità di crescita. La deformità non solo è irreversibile, ma peggiora nel tempo, e determina la perdita di circa la metà della capacità uditiva. Spesso conduce alla sordità, con alcune conseguenze come, ad esempio, l’incapacità di percepire i pericoli.

Gli autori della ricerca fanno notare che far nascere consapevolmente animali – sia pure destinati al consumo alimentare umano – con deformità va contro i principi dell’allevamento sostenibile, riassunti nelle cinque libertà che si dovrebbero lasciare, e cioè libertà dalla fame e dalla sete; dalle condizioni stressanti; dal dolore, dai traumi e dalle malattie; di manifestare un comportamento normale per la propria specie; dalla paura e dal disagio. Condizioni che molti paesi hanno fatto proprie, almeno a livello di indicazioni generali.

Non solo: con la scarsità di salmoni selvatici in molte aree costiere, l’idea predominante sembra essere quella di liberare in mare aperto grandi quantità di salmoni provenienti dagli allevamenti. Ma nessuno sa quali sarebbero le conseguenze dell’introduzione di un numero così grande di salmoni sordi né, soprattutto, quanto questi potrebbero vivere in un ambiente nel quale i rumori sono importantissimi, come il mare aperto: le operazioni di ripopolamento potrebbero risolversi in un fallimento clamoroso, o peggio.

La soluzione è assai semplice, anche se sarà difficile vederla attuata in assenza di obblighi di legge: far crescere i salmoni in un tempo fisiologico, oppure mettere a punto condizioni di crescita in grado di evitare la formazione di vaterite.