Bollette e maxi stangata, Cingolani: "Stiamo lavorando per modificarle"
Il ministro del Mite fa il punto su crisi climatica e prezzo della svolta verde. E intanto sul web scoppia il caso del fuorionda su Greta: "Poco concreta"
Tornando poi alle questioni interne, ha ribadito come oggi il nucleare non sia "la soluzione", la risposta alla transizione. L'Italia, ha ribadito Cingolani al 21esimo Energy Summit, "ha un piano molto ambizioso che segue ovviamente i target dell'accordo di Parigi di decarbonizzazione al 55% nel 2030 rispetto ai valori del 1990: dovremmo arrivare per il 2030 ad avere oltre il 70% della nostra elettricità prodotta da sorgenti rinnovabili, che vuol dire nei prossimi anni impiantare e fare una grande operazione infrastrutturale per impiantare circa 70 gigawatt di impianti rinnovabili fotovoltaici ed eolici prevalentemente, che è una transizione energetica di proporzioni colossali".
"Noi oggi stiamo installando 0,8 GW l'anno all'incirca e da quest'anno dovremmo andare a 8 GW all'anno, quindi è un obiettivo molto ambizioso che se raggiunto ci consentirà poi seriamente di fare la transizione sia nella mobilità o nei settori industriali".
Per andare in questa direzione, ha sottolineato il ministro "i problemi sono innanzitutto di natura infrastrutturale perchè qui si tratta di un'operazione estremamente grande e il primo punto è quello di fare delle aste che siano attrattive per gli investitori, per chi fa gli impianti, che siano anche credibili nella durata'; senza contare il tema della 'catena di permessi, purtroppo arrivata a durare anche oltre 1200 giorni e non ce lo possiamo permettere. Abbiamo fatto un importante lavoro col decreto semplificazioni con una serie di misure che dovrebbero portare il tempo medio per i permessi intorno ai 200/250 giorni".
Inoltre, "se non si rispettano i tempi c'è il rischio che i fondi europei legati al Pnrr arrivino in misura inferiore". "Il Pnrr è un contratto tecnicamente giuridicamente vincolante con l'Europa per cui noi dobbiamo rispettare la road map che è stata consegnata e dobbiamo essere molto seri nel rispettarla perchè se per caso ritardiamo - tra l'altro come sapete i fondi arrivano a saldo quindi c'e' un anticipo ma poi si fa il saldo sulla fattura attiva - se uno non spende e non fa le cose poi rischiamo di vederci ritirati i fondi che invece sono stati impegnati su uno specifico calendario, quindi dobbiamo essere estremamente seri estremamente efficaci", ha sottolineato il ministro, sottolineando che "anche per questo il Decreto semplificazioni deve aiutare nella direzione di essere rapidi".
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