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Città più inquinate d'Europa, 4 su 10 sono italiane. Cremona al secondo posto

Cremona, Vicenza, Brescia e Pavia: quattro comuni tutti italiani e (padani) conquistano la top 10 delle città più inquinate d'Europa, secondo l'ultimo rapporto stilato dall'agenzia europea Aea. La nuova mappa prodotta dall’Agenzia europea dell’ambiente misura il livello di inquinamento atmosferico di centinaia di città del vecchio continente sulla base dei livelli medi di particolato fine (PM2,5) registrati degli ultimi due anni.  

Delle 323 città che figurano nella mappa, 127 hanno una qualità dell’aria classificata come buona, nel senso che è al di sotto degli orientamenti sanitari per l’esposizione a lungo termine al PM2,5 – pari a 10 microgrammi per metro cubo d’aria (10 μg/m3) – fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In conformità delle politiche volte a promuovere l’aria pulita in Europa, l’Unione europea ha fissato un valore limite annuale per il PM2,5 pari a 25 μg/m3. I dati provengono dalle misurazioni a terra del PM2,5 effettuate da più di 400 stazioni di monitoraggio nelle aree urbane e suburbane, che delineano un quadro netto dell’esposizione della popolazione all’inquinamento atmosferico.

A guidare la classifica dei centri urbani da bollino verde, in cui la qualità dell’aria è buona - con un valore di particolato fine tra zero e 10 microgrammi per metro cubo d’aria - sono Umea in Svezia (3,7), Tampere in Finlandia (3,8) e Funchal in Portogallo (4,2), seguite da Tallin (Estonia con 4,4) e Bergen (Norvegia, con 4,6). Le tre più inquinate in assoluto, in cui la qualità dell’aria è molto scarsa – con un bollino di colore bordeaux per una concentrazione di PM2,5 tra 25 e 35 – sono Nowy Sacz in Polonia (con 27,3), Cremona con 25,9 e Slavonski Brod in Croazia (con 25,7).  Livelli di inquinamento atmosferico oltre i valori limiti stabiliti dall’Ue si registrano anche in diverse città della Polonia e della Croazia.

Tra le altre città italiane censite c'è Milano, dove la concentrazione misurata dall’AEA è di 20,1 e Roma con 12,9. Il particolato fine è l’inquinante atmosferico con la maggiore incidenza sulla salute in termini di morti premature e malattie: l’esposizione a lungo termine al PM2,5 causa malattie cardiovascolari e respiratorie. Se negli ultimi 10 anni si è registrato un netto miglioramento della qualità dell’aria in Europa, l’ultima valutazione annuale dell’Aea è giunta alla conclusione che nel 2018 l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417 mila morti premature in 41 Paesi europei. "Se da un lato la qualità dell’aria è notevolmente migliorata negli ultimi anni, dall’altro l’inquinamento atmosferico si ostina a rimanere elevato in molte città d’Europa", ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea. Conoscere i dati, secondo l'agenzia, "aiuterà tutti noi a raggiungere gli obiettivi dell’Ue per ridurre l'inquinamento atmosferico". 

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