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E-commerce, crescono i rifiuti da imballo. Ma le alternative ci sono

E-commerce, crescono i rifuiti da imballo con la pandemia 

E-commerce, una pratica d' acquisto sempre più "comune" tra le abitudini dei consumatori. Agevolata anche dalla pandemia e dalle chiusure "forzate" di negozi e locali negli ultimi mesi. Con la crescita della vendita online è però aumentato in maniera esponenziale anche l'iquinamento di plastica e in generale l'impatto (negativo) sull'ambiente.

Secondo lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa– riportato da EconomiaCircolare.com– i nostri acquisti online generano un packaging il cui impatto ambientale è dieci volte superiore a quello di un classico sacchetto di plastica: l’equivalente di 182 kg di anidride carbonica, contro 11 kg della stessa. Solo nel 2019– si legge– l’impronta ambientale generata è stata di 44,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica, quasi quanto quella dell’intera Svezia. 

Cifre impressionanti, in aumento in questi ultimi mesi. Secondo lo studio di Salesforce, gigante del cloud computing con base negli Usa, le vendite digitali sono aumentate del 71% nel secondo trimestre del 2020 e del 55% nel terzo. Con la conseguente dispersione di confezioni e imballaggi in inceneritori o nell'ambiente. 

E-commerce, il problema degli imballaggi 

Il problema della plastica utilizzata negli imballaggi, ad esempio di Amazon e di altri colossi di logistica ed e-commerce, è– fa sapere EconomiaCircolare.com– che nonostante sia riciclabile, farlo non è semplice come sembra. A livello di numeri meno del 14% dei quasi 86 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica prodotti a livello globale ogni anno viene riciclato. La stragrande maggioranza– fa sapere il sito– viene interrata, incenerita o lasciata a inquinare i corsi d’acqua e avvelenare la fauna selvatica. Si tratta da una parte di un materiale difficile da riciclare, dall'altro giocano tanto anche le cattive abitudini e i problemi con la raccolta differenziata. 

E-commerce, verso materiali ecosostenibili 

Per ovviare al problema del riciclo dei rifiuti in plastica, per David Pinsky, senior plastics campaigner per Greenpeace, "è necessario cercare altre opzioni, abbandonando l’attuale modello lineare di raccolta differenziata e ripensare il modo in cui progettiamo, utilizziamo e riutilizziamo la plastica, puntando su materiali alternativi ed ecosostenibili". Le soluzioni di imballaggi plastic-free, sostenibili e riciclabili non devono quindi rimanere realtà di nicchia, ma diffondersi a livello globale. 

Per ripensare e ridisegnare il futuro della plastica, a partire dagli imballaggi– riporta il sito di Economia Circolare– è fondamentale ridisegnare i propri modelli di business, dal pubblico al privato,  in modo da adottare un'economia circolare per la plastica.

 

 

 

 

 

 

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