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Etichettatura degli imballaggi, con la nuova legge settore vino a rischio

Come se non bastassero tutti i problemi per il mondo dell’agroalimentare adesso una nuova grana burocratica colpisce il settore del vino. Secondo quanto scrive il sito di informazione specializzato sul mondo agricolo, Agricolae. eu, infatti, una bottiglia di vino potrebbe essere trattata come l'amianto per quanto riguarda il suo smaltimento e cioè alla stregua di un rifiuto speciale, con un conseguente forte aggravio di costi per il produttore. Tutto ciò a causa sembra di un problema di incrocio tra norma nazionale e norma comunitaria, a seguito dell'abolizione della Tari che ha dato vita a un periodo di transizione che, come spesso accade in Italia, genera una situazione di incertezza normativa ai limiti del paradossale. In particolare, la norma nazionale inserita nel milleproorghe e diventata operativa a Settembre,  impone che tutti gli imballaggi siano “opportunamente etichettati, secondo modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi, nonché per fornire una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. A ciò viene aggiunto l’obbligo, per i produttori, di indicare – ai fini dell’identificazione e della classificazione dell’imballaggio – la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della Decisione 97/129/CE. Il problema riguarda sia gli imballaggi dei prodotti agricoli che le bottiglie e risulta assai impattante, come ci dice il responsabile vitivinicolo di Cia,  Domenico Mastrogiovanni, proprio per i produttori di vini, che a causa del Covid stanno pagando un prezzo assai alto, sopratutto per quanto riguarda le giacenze di produzione “ Quello che noi contestiamo non è tanto il merito della questione. Tutti siamo per la sostenibilità e la transizione ecologica. Ma quello che troviamo assurdo è il metodo utilizzato dal governo italiano, che ha inserito nel decreto milleproroghe una norma, senza concedere tempo ai produttori per mettersi a norma, e creando incertezza e ulteriori costi aggiuntivi.”  Proprio per questo le organizzazioni agricole hanno scritto al ministero della Transizione Ecologica Cingolani per chiedere una soluzione all'impasse.Ciò in relazione al fatto, che a far data dall’entrata in vigore del d.lgs. 116/2020 le imprese agricole, in qualità di imprese utilizzatrici di imballaggi, nel confezionare i loro prodotti dovrebbero utilizzare solo imballaggi aventi una codifica relativa alla natura del materiale utilizzato La situazione evidenzia una serie di criticità. Come fanno notare Confagricoltura che ha chiesto un adeguato periodo transitorio per gestire le scorte degli imballaggi non rispondenti alle nuove esigenze di marcatura e l’esigenza di un chiarimento urgente su ruoli e responsabilità del soggetto che deve adempiere all’obbligo. A rispondere alla lettera sono stati il sottosegretario al Mite Vannia Gava e il sottosegretario al Mipaaf Gianmarco Centinaio ( che di tutta la vicenda non hanno chiaramente alcuna colpa, non essendo al governo quando fu approvato il decreto) che hanno deciso di  fare squadra per cercare di risolvere una questione al limite dal paradossale.."In un momento di grave crisi economica, che rischia di tradursi in una emergenza occupazionale, il Paese ha il dovere di deburocratizzare e semplificare, non, viceversa, di rendere ancora piu' complicato il lavoro di chi prova a resistere nel fare impresa. Riteniamo che debba essere ascoltato il grido di allarme di Confagricoltura, Cia e delle principali associazioni di categoria che si occupano di agricoltura rispetto all'impatto della nuova normativa sull'etichettatura e gli imballaggi. Sosterremo dunque la loro richiesta di un congruo periodo di adattamento prima dell'entrata in vigore della nuova normativa sugli imballaggi come abbiamo gia' fatto dall'opposizione, presentando e sostenendo in Parlamento proposte di legge o emendative a sostegno delle filiere agroalimentari. I tempi stringono e con il collega della Lega dell'Agricoltura, Gianmarco Centinaio , stiamo attivando le strutture tecniche dei ministeri per sanare le criticita' piu' evidenti e siamo certi di poter dare a breve una risposta chiara in termini di semplificazioni", spiega Gava. Immediata la replica del neo sottosegretario all'agricoltura il leghista Centinaio "La Lega, per partecipare al nuovo governo, aveva posto un’unica condizione: che le aspettative dei comparti, delle filiere, dei tantissimi imprenditori che quotidianamente incontravamo fossero realmente poste al centro dell’azione dell’esecutivo, per colmare il tempo che si era perduto e per ritrovare una fondamentale intesa con i settori produttivi. Accordare quindi la massima attenzione alle preoccupazioni delle filiere agroalimentari rispetto alla nuova normativa su imballaggi ed etichettatura, e condividerne la necessità di un adeguato periodo di rodaggio e di adattamento antecedente all’entrata in vigore della nuova disposizione, significa rispettare la parola data sin da quando, anche dall’opposizione, sostenevamo con l’azione parlamentare le filiere dell’agroalimentare. Ringrazio pertanto, anche a nome del settore agroalimentare, il sottosegretario alla Transizione Ecologica Vannia Gava con cui stiamo proficuamente collaborando sulla tematica, e con la quale avvieremo un consolidato legame operativo che risulterà prezioso per le tante esigenze di imprese e lavoratori”. Scrive in una nota. C è davvero da sperare che la situazione trovi presto una soluzione per evitare otre ad un danno economico ulteriore per il settore agroalimentare anche un possibile problema sul piano ecologico.

 

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