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Grano duro, allo studio nuove varietà più resistenti contro il climate change

Il climate change sta mettendo a dura prova le riserve del Mediterraneo di grano duro, ma gli scienziati di Enea stanno mettendo a punta nuove varietà
Enea, al via studi genetici (no Ogm) per rafforzare il grano duro: il piano di Enea contro il cambiamento climatico
Il grano scarseggia. E oltre ai terribili effetti del climate change, ora anche la guerra in Ucraina si è messa di traverso alla produzione di frumento. Accrescere la capacità di risposta e di adattamento del frumento duro agli stress ambientali è l’obiettivo del progetto “Impresa” afferente al programma “Prima”, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con oltre 700mila euro, che vede coinvolta l’Italia con Enea e Università della Tuscia (coordinatore), insieme a istituzioni scientifiche di Turchia (Università di Harran), Algeria (Università di Ferhat Abbas Sétif e Centre de Recherche Scientifique et Technique sur les Régions Arides) e Tunisia (Center of Biotechnology of Sfax).
“Il grano duro è una coltura alimentare di importanza strategica per l’Italia e per molti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E proprio con alcuni di loro stiamo lavorando per rendere questa pianta più tollerante agli stress ambientali, come siccità, alte temperature e salinità del suolo, che a causa dei cambiamenti climatici sono sempre più diffusi, con forti penalizzazioni delle produzioni. Per raggiungere questo risultato stiamo cercando di ampliare la base genetica del grano duro, che è stata fortemente ridotta dalla prolungata selezione per tipi più produttivi in condizioni ottimali di coltivazione. Per farlo, attingeremo al grande potenziale naturale presente nelle graminacee selvatiche, affini ai frumenti coltivati, che sono una valida fonte di geni per la tolleranza a condizioni ambientali estreme, perché queste piante non hanno subìto una selezione da parte dell’uomo e si sono adattate in modo naturale all’ambiente circostante”, spiega Debora Giorgi, ricercatrice Enea del Laboratorio Biotecnologie e responsabile del progetto.