Mare e green economy, connubio vincente. Da Livorno Affari spiega perchè
Di Rosamaria Freda
Che cosa l'economia del mare, come funziona, e quanto è sostenibile. Se ne è parlato a Livorno in un convegno di due giorni organizzato dal ministero dell'Ambiente dal titolo "Il mare: la sostenibilità come motore di sviluppo. Marine Strategy e Blue Growth". Affaritaliani.it c'era.
Il comparto marittimo è un settore importante del nostro sistema produttivo che nel 2013 ha prodotto bene e servizi per un valore totale di circa 41,5 miliardi di euro, pari al 3% del totale complessivo, e un indotto occupazionale totale del 3,3%.
Da questi dati, raccolti nel rapporto sul sistema mare presentato nel corso dell'evento e redatto da Unioncamere, emerge chiaramente come l'economia marittima sia una fetta rilevante del nostro Pil che può e deve però essere ulteriormente sviluppata. Per farlo è necessario che le politiche di sviluppo sappiano coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale.
Ma quanto è green la Blue economy? Nel triennio 2010-2012 più di un quinto (21,4%) delle imprese dell'economia del mare ha investito, o ha programmato di investire, in prodotti e tecnologie green a maggior risparmio energetico e impatto ambientale.
In particolare a scegliere la strada della sostenibilità è la filiera ittica, dove più di un terzo delle imprese (33,8%) ha deciso di adottare tecniche eco-compatibili. A seguire la filiera cantieristica (27,65), l'industria delle estrazioni marine (28,4%) e infine il comparto dei trasporti marittimi (25%) dove prevalgono politiche di abbattimento dei consumi. A risultare - almeno per il momento - poco inclini a scelte green sono le imprese legate al settore dell'alloggio e della ristorazione (19,1%) e a quello delle attività sportive e ricreative (21,5).
Quanto alla dimensione delle aziende che risultano maggiormente attive ad investire in tecnologie verdi, si tratta di quelle più strutturate, ovvero il 60,3% delle aziende che hanno tra i 250 e i 499 dipendenti, e il 54,2% di quelle che ne contano più di 500.
Da un punto di vista territoriale, l'attenzione all'ambiente da parte del comparto appare piuttosto diffusa lungo tutto il nostro territorio, ma il numero maggiore di imprese che scelgono il green si registra nel Nord-Est della Penisola.
Gli investimenti della Blue economy nella sostenibilità si concentrano soprattutto sulla riduzione dei consumi energetici e delle materie prime, più marginali invece gli interventi sul processo produttivo in senso stretto, probabilmente frenati da una congiuntura economica non favorevole.
Ma, al di là dei numeri e delle percentuali, ciò che emerge chiaramente dal rapporto presentato a Livorno è una chiara propensione della Blue economy verso scelte sostenibili. Si tratta di una propensione destinata ad aumentare vista la pressante necessità di sviluppare sempre di più il concetto di "economia del mare" e la consapevolezza che ciò possa essere fatto soltanto scegliendo la strada della sostenibilità.