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Minuti contati, il manuale di sopravvivenza contro la crisi climatica

Noam Chomsky da una parte e Robert Pollin dall’altra ci avvertono: il tempo sta per scadere. E solo un Green New Deal globale potrà salvarci
Minuti contati, un manuale per sopravvivere alla crisi climatica
Minuti contati. Crisi climatica e Green New Deal Globale è il titolo completo del saggio-intervista edito da Ponte alle Grazie e curato dallo scienziato ed economista politico C.J. Polychroniou, che “tutti dovremmo leggere”. Questo perché, come sottolinea l’autore fin dalle prime pagine, è qualcosa che parla di e a tutta l’umanità, mettendo nero su bianco i punti e le conseguenze di una crisi, che non può più essere né ignorata né minimizzata, ma solo (consapevolmente) affrontata. Attraverso un dialogo a due voci tra uno degli intellettuali più importanti al mondo, Noam Chomsky, e l’economista progressista e docente ordinario dell’Università del Massachusetts Robert Pollin, Polychroniou fornisce una risposta di fatto credibile all’emergenza climatica. Mette a punto “un piano economico, politico e globale strutturato”, indicandolo come “l’unica strada percorribile” rimanente.
“La natura del cambiamento climatico” è il punto di partenza del viaggio. Un capitolo da leggere con attenzione e tutto da interiorizzare, poiché fornisce gli strumenti base per inquadrare la sfida del riscaldamento globale nel suo senso ampio. Si cerca di delineare una cronologia temporale del fenomeno, dalle origini fino agli effetti presenti. “Capitalismo e crisi climatica” è il secondo step, forse più teorico ed empirico, nel quale le voci di Chomsky e Pollin si intersecano in un dialogo incalzante, che porta i due a discutere sulle relazioni sottese a tre fenomeni apparentemente lontani, come il capitalismo, l’ambiente e il clima.
Con il terzo capitolo “Un Green New Deal” si entra nel vivo del saggio. I due interlocutori, sotto la mediazione di C.J. Polychroniou, elencano le priorità di un piano globale sostenibile. Un Green Deal per essere tale, e allo stesso tempo risolutivo, deve tener conto di quattro elementi: riduzioni delle emissioni di gas serra e raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, sulla scia degli impegni fissati dall’accordo di Parigi del 2015, maggior efficienza energetica, lotta alla disoccupazione e crescita economica all’insegna di due principi: equità e sostenibilità. Infine, nella quarta parte “La mobilitazione politica per salvare il pianeta” vengono trattate diverse questioni, quali la fattibilità di un ecosocialismo globale, l’abbattimento dell’industria fossile, la strutturazione di un’economia verde funzionale. Ma non solo. Si parla anche di presente, dell’emergenza sanitaria in corso, delle conseguenze psicologiche ed economiche, rievocando un passato, forse non così tanto distante.
Minuti contati, oltre il surriscaldamento globale
Dal primo conflitto mondiale all’insediarsi del più grande regime genocida, dalla guerra fredda alla minaccia nucleare, dalla lotta ai fondamentalismi religiosi al dilagare dei sovranismi, l’uomo, ricordano Chomsky e Pollin, si è trovato a fronteggiare sfide e minacce dalla portata globale. E a oggi la pandemia ne è l’ennesima prova. Ma a pesare costantemente e indistintamente nel corso della storia, sottolineano gli esperti, è stata la crisi climatica. Un fenomeno diventato emergenza solo di fronte all’evidenza: il pianeta si sta (palesemente) surriscaldando, le temperature sono sempre più elevate, le precipitazioni più violente e instabili, la siccità e le difficoltà per l’approvvigionamento idrico più diffuse.
Tuttavia, presa consapevolezza di ciò, “l’unica soluzione praticabile” è la costruzione di un piano globale capace di rispettare le “priorità”. Se la società umana, così come la conosciamo o in qualsiasi altra forma, sia in grado o meno di sopravvivere, resta invece un interrogativo aperto, con l'unica certezza che “il tempo per rispondere sta per scadere”. Minuti contati. Crisi climatica e Green New Deal Globale prende le sembianze di un manuale di sopravvivenza in pillole, rivolto a un pubblico generalista, con l'ambizione di diventare un punto di partenza e non un traguardo, di un dibattito pubblico che ha “il dovere di espandersi”.