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Ucraina, dalla deforestazione al nucleare: la guerra è un disastro ambientale

L'ecocidio di un anno di guerra in Ucraina

L'Ucraina rappresenta il 35% della biodiversità europea. Sul suo territorio ci sono oltre 70.000 specie di piante e animali, di cui quasi 1.400 protette. Questa biodiversità si sta distruggendo a causa della guerra, perciò si parla di ecocidio. Il 16% della superficie dell'Ucraina è coperta da foreste, che bruciano durante le esplosioni dell'artiglieria, e di cui 20.000 ettari della regione di Luhansk sono già bruciati a causa di incendi nel 2020.

Oltre a questi problemi, le armi usate durante la guerra aumentano l'impronta di carbonio nella regione, bloccano più gas serra nell'atmosfera, ed espongono l'Ucraina a un rischio maggiore di disastri legati al cambiamento climatico.

Come ci fa sapere Lifegate, dopo un anno di guerra in Ucraina ci sono ettari su ettari di foreste distrutte, terreni contaminati, falde acquifere inquinate, siti protetti compromessi, specie animali sterminate, emissioni di gas serra in impennata. Il costo di tutto questo in termini di danni è stimabile per il momento in circa 46 miliardi di euro.

Dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 circa un terzo delle foreste dell’Ucraina è stato danneggiato. Il 20 per cento delle aree protette è a rischio. Dieci parchi naturali, otto riserve naturali e due riserve di biosfera sono sotto occupazione. Le specie di piante e funghi sotto minaccia a causa degli eventi bellici sono 750. 

La sofferenza degli animali nei luoghi di guerra

E a soffrire questa situazione sono anche gli animali. Sono almeno 600 le specie animali minacciate dalla guerra in Ucraina. Tra questi i delfini: come ha spiegato il biologo marino Ivan Rusev, sulle coste protette del Mar Nero prima del conflitto si trovavano una media di tre delfini spiaggiati all’anno.

Con lo scoppio della guerra, sugli unici quattro chilometri di spiaggia dove riescono a continuare a operare, visto che il resto è occupato, sono invece già state contate le carcasse di 45 delfini. E la stima è di 50mila cetacei morti. Il rumore delle navi militari e dei bombardamenti in mare e sulla costa disorientano questi animali, di fatto decretandone la morte nel breve o lungo termine. E per altre specie non va meglio. 

Sempre Lifegate ci fa sapere che gabbiani, pellicani e beccacce negli anni scorsi avevano creato sulle coste del mar Nero colonie da decine di migliaia di specie, grazie anche alle attività svolte dalle istituzioni ucraine nella tutela ambientale.

La guerra ha cancellato tutto. E gli effetti si sono fatti sentire anche a grande distanza: nel Kashmir indiano mancano all’appello migliaia di uccelli migratori, che solitamente arrivavano nella regione dopo il viaggio cominciato in inverno in Europa.

Secondo gli ornitologi, la guerra in Ucraina, situata lungo il loro percorso, ha influito in questo senso: alcuni uccelli hanno cambiato rotta, altri sono morti proprio durante quel tratto di volo.

Ancora, la distruzione delle foreste sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di specie già rare in Ucraina. Tra queste l’orso bruno euroasiatico, che conta 150-250 esemplari, la lince euroasiatica, di cui si stimano circa 500 esemplari, e il bisonte europeo.

L’ecocidio in corso sta uccidendo questi animali in modo diretto, attraverso i bombardamenti, e indiretto, con la deforestazione e la contaminazione tossica del suolo e delle falde acquifere in cui vivono.

Nelle città non va meglio: gli animali domestici abbandonati dalla popolazione in fuga per la guerra sono nell’ordine delle migliaia, mentre i raid militari russi hanno colpito anche zoo come quelli di Mykolaïv, di fatto abbandonato.

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