Le Utility Ue: "Bollette troppo alte, basta sostegni alle rinnovabili"

Basta sostegni. Eni e le utility europee all'attacco dei sussidi alle rinnovabili: fanno lievitare le bollette e ostacolano gli investimenti.
In rappresentanza di nove big del settore, gli amministratori delegati di Suez, Gerard Mestrallet, ed Eni, Paolo Scaroni, sono stati ascoltati dal Parlamento Europeo. L'obiettivo? "Fare passi concreti per ricostruire il settore energetico in Europa". Le società intervenute hanno sottolineato che i loro sforzi di investimento sono "ostacolati dall'incertezza dovuta principalmente alla mancanza di una chiara politica energetica e di una legislazione stabile".
Una parte del problema, secondo le utility europee, deriverebbe da sussidi troppo generosi per le energie rinnovabili, che scoraggerebbero gli investimenti nelle fonti energetiche tradizionali e minerebbero la redditività delle centrali elettriche convenzionali, come il gas".
Il ritmo con il quale l'Europa consente l'installazione di pannelli solari e turbine eoliche sarebbe, secondo i numeri uno di Suez ed Eni, "insostenibile". Dello stesso parere gli altri sette firmatari dell'appello all'Ue: i giganti tedeschi Eon e Rwe, gli spagnoli Gas Natural Fenosa e Iberdrola, l'italiana Enel, l'olandese Gas Terra e la svedese Vattenfallt.
Le dichiarazioni dei colossi energetici europei ha suscitato la reazione di chi, al contrario, pensa che il sostegno pubblioc alle rinnovabili sia decisivo. Nicolas Wolff, presidente della associazione professionale France Wind Energy (FEE), ha affermato che ormai "le fondi tradizionali, come il gas, non possonopiù resistere all'ascesa delle rinnovabili. Il vento è un'energia competitiva ed è inesauribile".
I paletti europei sono comunque rigidi. L'Unione ha fissato un obiettivo: portare la quota delle rinnovabili al 20% entro il 2020. Un obiettivo raggiungibile anche senza incentivi?