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L’America vuole tornare a correre e senza “reddito di cittadinanza”

Certo che i pesanti sussidi di Joe Biden per sostenere l’economia e soprattutto i lavoratori nella crisi della pandemia sono stati “manna dal cielo” ma adesso per qualcuno sembrano essere dei freni per far ripartire l’economia.

Si sa che l’economia americana e il mercato del lavoro negli States sono quanto di più libero e rischioso ci sia ma anche i migliori volani per accelerare e creare ricchezza. E gli stessi americani ,nel bene e nel male, non sono abituati ad aiuti di stato, ma a giocarsi ogni giorno la sfida sul mercato.

E adesso che l’economia del paese sta uscendo dalla crisi anche grazie al fatto che il 40% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, le imprese e le istituzioni iniziano a tornare alla normalità e le offerte di lavoro ripartono e hanno superato gli otto milioni a fine marzo, il più alto da quando sono state fatte le registrazioni sugli impieghi, dal 2000.

Ad aprile sono stati creati ben 266.000 nuovi posti di lavoro, considerata però una una cifra ben al di sotto delle aspettative. Mentre a marzo sono stati creati 770.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione nazionale rimane ancora al 6,1%.

Questa sorta di incoerenza ha creato polemica e dibattito nel paese. Alcuni osservatori sono convinti che la causa sia dovuta non ad una modifica del mercato del lavoro ma al fatto, in particolare che molti cittadini hanno deciso di cambiare settore e molti altri invece continuano a riscuotere i sussidi di disoccupazione, una specie di “reddito di cittadinanza” a 300 dollari a settimana.

Il fenomeno ora in crescita è l’aumento di cartelli di opportunità di lavoro soprattutto nelle vetrine dei ristoranti. Da Washington ai ristoranti sulle spiagge della Florida e della California è tutto un fiorire di richieste di lavoro in attesa della imminente stagione turistica.

E sono molti gli imprenditori che lamentano di non riuscire a trovare lavoratori, al punto che alcuni stati  repubblicani come Tennessee e Missouri hanno ridotto o cancellato gli aiuti che ricevono dal Governo Federale per dare una scossa ai lavoratori “Le imprese di tutto lo stato stanno attraversando tempi difficili non a causa del COVID-19, ma per la carenza di lavoratori causata da questi aiuti eccessivi", ha detto il Governatore del Missouri Mike Parson.

Le stesse richieste sono state fatte dall’Associazione degli imprenditori nel Texas che per bocca del presidente ha detto che ”con i vaccini a disposizione è tempo che il Presidente e il Congresso si rendano conto che questa politica è un ostacolo all'occupazione in Texas e in tutto il paese". Secondo questa organizzazione, il 70% delle 177 aziende consultate aveva da uno a venti posti vacanti che non riusciva a coprire.

Dalla Federal Reserve di San Francisco si giustifica il fatto sostenendo che “l’economia è un paziente in coma. E lo stiamo portando fuori da quella condizione. Un paziente del genere non ha la stessa forza muscolare e la produttività del lavoratore non può essere la stessa “.

Molti economisti che hanno studiato l'impatto che le epidemie con oltre 100.000 morti hanno avuto sulle economie, principalmente europee, dal XIV secolo sono convinti  che le ripercussioni potranno essere avvertite per decenni.

Alcuni settori stanno mettendo sul piatto incentivi per risvegliare i lavoratori.

Chipotle, la catena alimentare messicana ha annunciato un aumento di 2 dollari l'ora sul suo salario minimo. Un dipendente degli oltre 2.700 ristoranti di burrito guadagnerà almeno 15 dollari l'ora. Misura subito copiata da McDonald's, che intende assumere almeno 10.000 dipendenti in tre mesi.

A favore dei lavoratori si è schierato il senatore democratico Bernie Sanders che ha rilevato come “il problema negli Stati Uniti non è che i disoccupati ricevano 300 dollari in più durante un'orribile pandemia, il problema è che troppe aziende negli Stati Uniti stanno sfruttando i loro lavoratori con stipendi da fame”.

In ogni caso la ripresa economica è in atto. Nella prima settimana di maggio si è avuto un minor numero di richieste di sussidio di disoccupazione, da 507.000 a 473.000.

Nell'aprile 2020, a inizio pandemia, erano state registrate 6,1 milioni di richieste. Il numero è ancora alto ma la tendenza è corretta.

“Il mantenimento dei livelli di vaccinazione fino ad oggi è un fattore importante per continuare in questo percorso di aumento dell'occupazione e di minori richieste di sussidi di disoccupazione", ha affermato Brenda Samaniego, professore associato presso l'Università della California, Santa Cruz.

In ogni caso sia gli imprenditori americani sia i lavoratori hanno un obiettivo comune, quello di ricominciare a far partire la macchina americana che non è abituata, se non in casi eccezionali, a vivere di sussidi, o come li chiamiamo noi in Italia, “redditi di cittadinanza o ristori”.

Anche in America però la chiusura di scuole e asili ha ostacolato il ritorno al lavoro di molti cittadini di cui la maggioranza sono state donne, le più punite dalla pandemia e nel ritorno al mercato del lavoro. Sebbene molte industrie abbiano riaperto altrettanto non è stato per scuole ed asili e questo ha frenato in maniera pesante il ritorno del mondo femminile al lavoro.

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