FMI: ridurre il cuneo fiscale
"Le riforme che comportano uno stimolo fiscale sono le più preziose, compresa la riduzione del cuneo fiscale e l'aumento della spesa pubblica per le politiche attive del mercato del lavoro. Anche le riforme del mercato del prodotto dovrebbero essere la priorità". Affermazioni chiare quelle espresse dal Fondo Monetario Internazionale nel capitolo dedicato alle riforme del mercato del lavoro del World Economic Outlook, il dossier di economia mondiale presentato ad aprile. Nel documento si chiede in moto esplicito di fare più sforzi per attuare a breve termine quelle riforme preziose che possono risollevare le sorti economiche dei Paesi, Italia compresa. "Ora è il momento giusto in molte economie avanzate per portare avanti ulteriori riforme dei prodotti e del mercato del lavoro: c'è un forte bisogno e c'è margine sostanziale per riformare, il contesto politico è favorevole, e tali riforme possono aumentare i potenziali livelli di produzione e di occupazione nel medio termine". Per il Fondo in particolare le riforme del mercato del lavoro vanno integrate con alleggerimenti del cuneo fiscale, mentre la riforme del mercato dei prodotti potrebbe avere più effetto se supportata da interventi per "affrontare le debolezze nel settore bancario e industriale".
“L’impatto delle riforme del mercato del lavoro dipendono dalle condizioni economiche – chiosa l’organizzazione – le riforme fiscali strutturali nel mercato del lavoro, come la riduzione del cuneo fiscale e l’aumento della spesa per le politiche attive, sortiscono effetti maggiori in condizioni macro economiche deboli, in parte perché in genere comportano degli stimoli fiscali”.
Un richiamo anche alla necessità di favorire la concorrenza: "Vi è l'opportunità di rafforzare ulteriormente la concorrenza nei settori di beni non commerciabili, inclusi alcuni segmenti dei settori a rete, e anche nel commercio al dettaglio e nei servizi professionali dove restano significative e abbastanza stabili barriere all'entrata in alcuni paesi, ad esempio Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone", si legge nel rapporto.
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